Fase 2 a normalità-vigilata
Il rapporto del PIL globale (del Pianeta) col Fondo Monetario Internazionale è quel numero che esprime la crescita. In questi giorni questo rapporto è stato dato a meno 9,1%.
Il Pianeta dovrebbe essere in stato di recessione. Dicesi recessione una qualsiasi flessione dell’attività economica. In sostanza la circolazione di beni, merci e servizi, nella globalizzazione, avrebbe rallentato. E questo a causa del Covid-19!
Intanto il Viminale ha fatto sapere – nella persona del Ministro Lamorgese – che ci sono rischi concreti di “rivolta sociale”. E ciò è facilmente spiegabile. Infatti, se c’è una anomalia, una catastrofe (direbbe Glauco Morabito) – e quella del Covid-19 è stata una catastrofe – allora la gente che non sa gestire il precipitato della catastrofe (cioè le misure di contenimento politico-sociali affrontate prima da Giuseppe Conte e adesso da Vittorio Colao e Walter Ricciardi) hanno due alternative:
1) se ne stanno in casa a guardare la tv e navigano sulla Rete;
2) si ribellano non solo alle misure politiche, ma anche a quella che reputano una mancanza di libertà, o di restrizione delle loro libertà.
Il Governo, una volta fatti salvi questi dati (economici e sociali) lancia la “Fase 2 che si inaugurerà il 4 maggio con la riapertura delle fabbriche, dei negozi e forse anche di bar, ristoranti e stabilimenti balneari. A quel punto, a “Fase 2” inaugurata, il Governo, sulla base del Titolo Quinto della Costituzione, delegherà alle Regioni la libertà concreta di varare misure più rigorose. In sostanza varrà sempre la “regola” che si potrà uscire senza varcare i confini della propria Regione. Magari stabilendo una fascia oraria protetta per bambini e anziani.
Vittorio Colao dunque dovrà traghettare il Paese verso una fase che potremmo definire di normalità-vigilata. Concretamente, una fase di normalità-vigilata è quella all’interno della quale le cose, le persone, gli animali e l’ambiente continuano ad essere gli stessi, ma quello che cambia è il rapporto tra le persone e il loro ambiente (sia esso il luogo di lavoro, una spiaggia, una discoteca, un pub, un ristorante, una sala conferenze). Facciamo un esempio: io vado al mare e ho un rapporto con la spiaggia e il mare di tipo “normale”, cioè mi butto in acqua, oppure prendo il Sole, o leggo un giornale.
Ora con la “seconda fase” cosa cambia?
Prendo il Sole, mi butto in acqua e… devo tenere una certa distanza. Cioè esiste una barriera tra me e l’altro bagnante. Normalità-vigilata vuol dire solo questo. Io sono e mi sento vigilato perché non posso più, per esempio, a una conferenza, conversare col mio vicino di sedia, ma fra me e lui c’è un’intercapedine, un vuoto, una distanza. Questa è la vigilanza.
Per concludere, Colao ci prospetta un’estate nella quale tutto sarà normale, solo che tutto sarà distanziato e non prossimo.