David Quammen, Spillover, Adelphi, 2014, pp. 610, 14 euro
David Quammen in Spillover. L’evoluzione delle pandemie (traduzione di Luigi Civalleri) parte da Brisbane, Australia. E inizia constatando che esistono “certe nuove virulente realtà”, chiamate “zoonosi”. Si tratta di malattie infettive degli animali che sono trasmissibili all’uomo. Si tratta di infezioni. Ovvero di processi caratterizzati da penetrazione e moltiplicazione, nei tessuti viventi, di microorganismi patogeni unicellulari (agenti infettivi, batteri, miceti, protozoi) e da virus.
Australia e cavalli
Esempi di zoonosi sono la semplice influenza, l’HIV, Covid-19, l’Aviaria, Ebola, Mucca Pazza, SARS e altre. Il virus che ebbe origine a Brisbane si chiamava Hendra. E siccome, nella filosofia come nella vita, ogni cosa ha un’origine, questa origine era una cavalla baia chiamata Drama Series. Questo purosangue morì di una malattia che si trasmetteva da cavallo e cavallo. Nel frattempo successe una cosa abbastanza strana: si ammalarono contemporaneamente anche due uomini, un certo Vic Rail e lo stalliere del suo allevamento. Quindi la malattia non si trasmetteva solo da cavallo a cavallo, ma anche dal cavallo all’uomo.
E allora che fa la politica in questi casi? Non la sanità (che non c’entra niente) ma la politica? I politici nominarono una task forces di veterinari che sezionarono i cavalli malati. Poi venne il turno della polizia che recintò la scuderia. Vic Rail, una volta morto, venne sezionato pure lui e nelle sue reni venne trovato un virus identico a quello presente nei cavalli. Si era dunque di fronte a un’unica malattia. Il sobborgo di Brisbane nel quale avvenne tutto questo si chiamava Hendra. E venne dato alla malattia questo nome. Era nato il virus Hendra.
Ma Quammen va più a fondo nell’indagine. Scienziati e ricercatori andarono nel luogo in cui Drama si era ammalata e notarono che dove i cavalli andavano all’ombra c’era un albero, su cui dormivano e nidificavano i pipistrelli che erano infetti del virus, anche se a loro non faceva niente, cioè non dava loro nessun problema di salute.
I virus
I virus possono attaccare per il passaggio da un animale all’uomo e la sua caratteristica può dare un sacco di problemi. Infatti i virus non sono sensibili agli antibiotici. I virus magari sono dentro di me e con un mio starnuto arrivano a te e poi ti usano come una specie di taxi infetto che li accompagna verso un altro uomo o un ‘altra zona affollata. I virus si fanno dare un passaggio. Chiaramente Drama era il Paziente Zero.
Così in quella zona dell’Australia c’era un albero, una cavalla baia e c’erano i pipistrelli: lo spillover è accaduto quando X (un patogeno qualsiasi) è passato dai pipistrelli ai cavalli e dai cavalli agli stallieri (secondo spillover). In sostanza c’è stato un salto tra specie animali.
Nel caso Hendra l’equazione è la seguente: pipistrelli-albero-cavalli-X-esseri umani- infezione-morte. Però non tutte le condizioni sono favorevoli alla trasmissione di un virus. Le condizioni sono le solite: spazio, tempo, temperatura, umidità, eccetera. Quammen si interroga: da dove diavolo potrebbe mai “saltare” un patogeno se non da un altro organismo? Certamente non dallo spazio o dal tempo; certamente non dall’atmosfera così all’improvviso; certamente non dalla temperatura calda o fredda che sia. È chiaro che c’è una “relazione” fra due organismi. Uomo e animale, animale e animale.
La potenza sessuale
La faccenda si complica. Quello che noi sappiamo è che, con certezza, ogni strana malattia arriva dagli animali. Perché? Pare c’entri pure la potenza sessuale. Infatti, per esempio in Cina, molta gente è convinta che mangiare carne di animali selvatici faccia bene alla virilità. Strana cosa. Ben strana cosa. Come usare balsamo di pene di tigre per accrescere la virilità ci sembra strano.
Ma proseguiamo con i pipistrelli. La tana questi animali se le fanno in zone della Cina, per esempio, che la letteratura postmodernista (di qualche anno fa) chiamava “carsiche”. Scopriamo anche, dal libro del giornalista anglosassone, che i pipistrelli sono portatori di un virus mortale: il SARS-COV. I pipistrelli non sono propriamente infettati. Essi sono serbatoi.
SARS-COV
Oggi, dopo 16 anni dalla prima SARS-COV si è presentata un’altra pandemia. Perché? Perché proprio di nuovo una SARS-COV?
Andiamo con ordine. Come è avvenuto il primo spillover? E quante volte è avvenuto? Come è avvenuto il primo salto? E, viene da chiedere: quanti altri animali possono essere coinvolti? In sostanza la domanda tecnica e cronologica è la seguente: possiamo sapere con certezza quando avverrà la prossima pandemia?
Non possiamo saperlo. Un Focolaio è, in definitiva, solo un improvviso aumentare dei casi di contagio. Partiamo proprio da questo. C’è una malattia infettiva e improvvisamente, in una città, aumentano i casi. Andiamo a vedere le condizioni: c’è una certa occasione. E poi i sintomi. E poi il contagio. E poi la paura del contagio. E poi le misure tecniche e politiche per frenare il contagio. E poi la voglia delle persone di uscire di casa. E poi l’alt della polizia. Un bel casino. Io ci metterei pure le famigerate goccioline: Fluidi, liquidi, sperma, ovuli, lacrimazione gengivale, lacrimazione oculare, sudore eccetera. La frittata è fatta. Nel senso che non riusciamo a trovare una sicura via d’uscita.
Altre malattie virali e il rinculo
Ci sembra di avere in mano dei dati (sì, importanti) ma confusi, contraddittori. Per esempio, il cervo e il pappagallo sono portatori (pochissimo sani) di febbre Q e psittacosi, quest’ultima una malattia che si diffuse negli USA arrivò nel 1929, dal Sud America, con una partita di pappagalli infetti. In tutte queste malattie vi sono dei tratti in comune. Intanto gli animali. Poi il salto. Poi lo spillover. Poi la morte. Molto dipende dall’igiene.
All’origine l’uomo non infetta nessuno. E’ l’animale (o l’albero, o la porcilaia, o i rami che incidono sulla porcilaia) che infettano altri animali e l’uomo attraverso uno spillover. Dunque cos’è lo spillover? È il rinculo del virus sull’uomo. È il pollice che tiene una P38 che vibra.
Chiaramente i problemi che si aprono a questo punto sono enormi: 1) come si passa da un ospite all’altro; 2) come si entra nella cellula dell’ospite; 3) come si prende il controllo delle cellule; 4) come ci si replica?; 5) come si esce dalla cellula dell’ospite?
Ma, attenzione, il libro di Quammen non vuole essere un manuale esaustivo e completo di biologia molecolare né d’infettivologia. Vuole essere un encomiabile trattato sui virus. E infatti Quammen ce li descrive tutti.
Tutti a Bali dai Sufi
Andiamo adesso nell’isola di Bali. Ci sono lì verdi pendii vulcanici e risaie a terrazza. Siamo in Indonesia, la terra di Laura Gemser, che nelle nostri notti insonni di adolescenti ci ha fatto sognare con Emmanuelle. I macachi accettano, al mercato, il cibo dai turisti. Al mercato si vendono macachi squartati e crudi. Negli alberi (ancora loro, gli alberi) ci sono i macachi. La dieta dei macachi consiste di noccioline, banane, riso bollito, petali di fiori. Noi siamo due biologi (io e l’ufficiale uncinato che mi segue da sempre) e che facciamo? Analizziamo macachi. Io, per altri aspetti, analizzo macachi da quando avevo 14 anni. È una vita che analizzo macachi. Io analizzo macachi e mangio panini! Poi dopo aver analizzato i macachi noi analizziamo gli abitanti del posto. Cerchiamo qualcosa. Tracce di un virus: Herpes B. Il risultato che troviamo è agghiacciante: il 100% dei macachi analizzati ha il virus. Bali ci sta sfuggendo di mano. Intanto i macachi mordono e graffiano sia gli indigeni sia i turisti che entrano in contatto con loro. Ogni anno mille persone lasciano Bali con morsi di scimmia. Quindi a Bali la possibilità (animale-morso-sangue-altro- animale- salto – spillover- morte) è davvero alta. Come in Thailandia ci sono i famosi massaggi thailandesi. E sono famose le donne indonesiane, come è famoso il sesso malese. Si, tutto questo è famoso e infatti attira ogni anni centinaia di migliaia di “turisti sessuali”. E questo vuol dire: contagio, paura del contagio, macachi, visite al mercato di Bali. E qui entra in scena l’Islam. Che è, ovviamente, una grandissima religione e un culto magnifico ma che ha i suoi problemi. La popolazione di Bali è al 90% musulmana, con un’eccezione: ci sono santuari Sufi (la dimensione mistica dell’Islam). E dentro a questi santuari Sufi ci sono statue di macachi. Fra questi macachi, come tra gli esseri umani, c’è il “maschio alfa”, colui il quale è predisposto all’accoppiamento. L’individuo alfa è dunque il “paziente zero”, qui effigiato dai monaci Sufi. Se abbiamo il paziente zero abbiamo una lunga teoria (e questa ce l’hanno raccontata benissimo i virologi del Covid-19) ma questa lunga teoria non risolve nulla. Infatti il paziente zero è solo il primo che si è infettato.
HIV e trasmissibilità
Siamo adesso nel Bangladesh. Coste bellissime, spiagge da sogno e virus. Un segnale ce l’abbiamo: qualcosa si trasmette. Qualcosa da un emittente attraverso un messaggio arriva a un ricevente, o a una ricevente. Questa trasmissibilità ci dice una cosa: che qualcosa si può trasmettere. Chiamiamo questo qualcosa “T”.
L’HIV non è solo una faccenda di omosessuali e tossicodipendenti: riguarda anche chi non prende precauzioni nei rapporti sessuali e chi ha una vita, diciamo, libertina nei riguardi del sesso. Insomma chi non usa precauzioni. Questi sono i paesi dell’HIV. Ma allora, sommando ancora una volta, è chiaro: ogni virus deriva da un «agente patogeno» che attraversa i nostri sistemi di difesa e ci rende immuno-deficenti. I parametri sono due: trasmissibilità e virulenza. La “T” è risolta: quel qualcosa riguarda il link uomo-ambiente. Ma questo “T” è l’azione. Cioè, traducendo nei termini di Quammen, l’agente patogeno che compie un’azione attraverso il mio sistema immunitario.
Il Montana, i pipistrelli e Woody Allen
Il finale di questa storia di Covid-19, SARS-COV, Ebola, HIV, Hendra è in Malaysia. Facendo due conti si potrebbe anche tirare su la formula del virus. Ma questo arriva alla fine. Il virologo Paul Chua, racconta Quammen, arriva in Colorado con tre provette. Esamina lì i campioni con un microscopio di ultima generazione. E si presenta ai suoi occhi un ibrido (uno spumavirus). Era un patogeno nuovo – lo scoprirono ad Atlanta. Sorpresa! Ratti, toporagni, cinghiali e uccelli risultarono negativi al test. Pure i pipistrelli. Allora a che cosa siamo di fronte? Volpi volanti…
C’è uno spillover e c’è un salto; c’è un animale e c’è un animale; c’è un albero e c’è un albero; c’è un morso e c’è un graffio; c’è un uomo e c’è un altro uomo; c’è un ospite e c’è un serbatoio; c’è un virus e c’è un morto. È di nuovo chiaro: il virus salta da albero ad animale a uomo e poi si replica nell’uomo. David Quammen è del Montana e il Montana, purtroppo, c’entra in questa storia. Nel Montana ci sono alberi e pipistrelli. Zone carsiche e tane.
C’è un film di Woody Allen che si chiama Autumn in New York con Richard Gere. In quel film un uomo di una certa età se la deve vedere con una donna che ha un male. Un brutto male. Stregonesco è il mondo del virus: si discorre e si trascorre con gli spiriti del male.
Ma andiamo con la formula. Partendo dagli assi cartesiani e mettendo sull’ascissa la x e sull’ordinata la y si ha che la curva di crescita del contagio è una parabola che ha un minimo e un picco. Questo picco equivale al vaccino. La biomassa è la densità degli organismi in un dato ambiente. Per cui abbiamo due formule: quella della densità e quella della curva di crescita. Velocità=s/t e d=m/Volume. Poi abbiamo la nota formula F=ma. Da cui m=F/a. Sostituendo si ha: d=F/a Volume. Equiparando d alla velocità si ha: s/t=F/aVolume. Da cui con alcuni altri passaggi si ha alla fine: Pandemia=numero dei contagiati totale/4/3пr³.
A questo punto Quammen ha davvero finito. Il problema che si è posto l’ha risolto, e noi con lui. Infatti se abbiamo la formula lo spillover è definito. La pandemia è una questione di contagio e di globalizzazione. Il resto è cattiva letteratura.