15 Novembre 2024
Words

Coronavirus, panorama internazionale

Gran Bretagna

Si avvicina a quota 50.000 (oltre 49.300) la stima dei morti da coronavirus nel Regno Unito elaborata sulla base delle statistiche settimanali dell’Ons, l’Istat britannico, che comprendono anche i decessi attribuiti come causa probabile al Covid-19. Stando all’aggiornamento di  oggi, riguardante Inghilterra e Galles per tutto il periodo della pandemia fino al 22 maggio, il totale di morti in eccesso rispetto alla media dei 5 anni precedenti è stato di 56.308, un 77% (quasi 44.000) legato verosimilmente al virus. Aggiungendo una proiezione dei decessi ulteriori dal 22 maggio a oggi (e includendo Scozia e Irlanda del Nord) si superano i 49.000.
I dati quotidiani del ministero della Sanità, relativi solo ai casi confermati dal tampone, si fermano invece a 39.045. In cifra assoluta il Regno è comunque secondo al mondo e primo in Europa nella triste classifica delle vittime da Covid; mentre in rapporto alla popolazione è superato in peggio – secondo i raffronti più uniformi possibili della John Hopkins – sia dalla Spagna sia dal Belgio, ed è testa a testa con l’Italia.

Doppio fronte per il governo di Boris Johnson alla riapertura oggi del Parlamento britannico, riconvocato dopo la tradizionale pausa di fine maggio. Già sotto tiro sulla gestione dell’emergenza coronavirus come sulle accuse di violazione del lockdown del super consigliere Dominic Cummings – e penalizzato dal dimezzamento abbondante negli ultimissimi sondaggi dell’enorme vantaggio di consensi che aveva sull’opposizione laburista -, la compagine Tory deve fare i conti con contestazioni diffuse sia sulla decisione d’interrompere il regime precauzionale introdotto per la prima volta in secoli di storia nelle settimane scorse delle sedute e dei voti in videocollegamento per la maggior parte dei deputati; sia sulla misura della quarantena obbligatoria per chi arriva nel Regno Unito dall’estero prevista a partire da lunedì 8.
Su entrambi i punti, non sono sul piede di guerra solo le opposizioni, ma pure diversi parlamentari conservatori.

Per la quarantena, il governo – pressato anche dalle compagnie aeree e dall’industria del turismo britannica – sta esaminando ora la possibilità d’introdurre modifiche ed esenzioni parziali, secondo le anticipazioni dei media: si parla di corridoi aerei liberi da Paesi e aree meno colpite dal Covid-19 dal 20 giugno.
Mentre sui lavori del Parlamento, l’esecutivo insiste per ora sulla volontà d’imporre un pieno ritorno al lavoro in aula, pur con presenze contingentate e con un sistema di voto speciale imposto dallo speaker, Lindsay Hoyle, che dovrebbe prevedere lunghe file distanziate invece degli assembramenti della rituale ‘division’ nel vestibolo d’ingresso. Ma le resistenze sono molte, anche da parte di deputati della maggioranza che evocano rischi per la salute a Westminster e denunciano la possibile esclusione di fatto degli onorevoli colleghi più anziani e vulnerabili. Di qui una serie di emendamenti antigovernativi che potrebbero rimettere in discussione tutto e mantenere in vigore, temporaneamente, almeno il voto elettronico.

 

Russia

La Russia ha superato la soglia dei 5mila morti per il coronavirus, con i 182 registrati nelle ultime 24 ore. Ancora molto alto l’aumento dei contagi, 8mila persone, seppur in lento declino da 2 settimane, in particolare a Mosca, epicentro dell’epidemia.La Russia, con oltre 423mila casi, è il terzo Paese al mondo più colpito dal virus, dietro a Stati Uniti e Brasile, ma il numero dei decessi appare ancora relativamente contenuto, tanto che non sono mancate le critiche sulla veridicità dei dati.
Le autorità, invece, spiegano che il basso tasso di mortalità rispetto all’Europa occidentale si deve tra l’altro alla rapidità nell’adozione delle misure restrittive e nello screening di massa della popolazione.

 

Iran

Il numero casi di coronavirus registrati in Iran è salito a 157.562, con 3.117 infezioni riportate nelle ultime 24 ore, ha reso noto il portavoce del ministero della Salute Kianoush Jahanpour nel suo briefing quotidiano, aggiungendo che “ci sono stati 64 nuovi decessi, portando il numero totale delle vittime a 7.942”.
Jahanpour ha dichiarato anche che “i pazienti in terapia intensiva sono circa 2.565 e quelli guariti sono 123.077. I test complessivi effettuati sono stati a 975.936 in tutto il Paese”.

 

Germania

Un nuovo stimolo miliardario per trainare la ripresa dell’economia tedesca sarà discusso nel pomeriggio in cancelleria a Berlino dai vertici dei partiti della coalizione di governo (Cdu, Csu e Spd) alla presenza della cancelliera Angela Merkel e del ministro delle Finanze Olaf Scholz. Si parla di un pacchetto che potrebbe avere volume complessivo da 80 miliardi, secondo quanto riferisce Handelsblatt.
All’ordine del giorno ci sono gli incentivi sull’auto, il sostegno e l’eventuale taglio del debito ai comuni gravati da vecchi debiti, e i bonus-famiglia, con la proposta dei socialdemocratici di ricorrere a un bonus-bambino da 300 euro. Finora su questi temi la maggioranza di governo non ha espresso una posizione unitaria. La riunione dunque si prospetta lunga e potrebbe durare fino a notte inoltrata, secondo le stesse valutazioni della coalizione.

 

Cina

Secondo il bilancio finale, il test è stato disposto su quasi tutta la popolazione della città da 11 milioni di abitanti. Nessun caso d’infezione è stato trovato, ma i 300 asintomatici – i soggetti positivi al virus, ma che non mostrano sintomi della malattia – sono stati messi in quarantena con le 1.174 persone con cui sono venute a stretto contatto: questi ultimi, ha precisato Lu Zuxun, professore del Tongji Medical College, parte della Huazhong University of Science & Technology, hanno dato un esito negativo.
La campagna del test a tappeto dell’acido nucleico è partita il 14 maggio volendo rassicurare la comunità locale sul riavvio di scuole, fabbriche e attività dopo alcuni casi di contagio legati ad asintomatici.
La commissione sanitaria aveva spiegato che i test sarebbero stati volontari e liberi, mentre la spesa è stata quantificata in circa 900 milioni di yuan (126,58 milioni di dollari), ha detto il vice sindaco esecutivo di Wuhan, Hu Yabo, assicurando che gli oneri sarebbero stati coperti dalla municipalità.

 

Australia

Specialisti di malattie infettive in Australia si uniscono nel respingere la teoria avanzata dagli italiani Alberto Zangrillo dell’ospedale San Raffaele di Milano, e Matteo Bassetti dell’ospedale San Martino di Genova, secondo cui il coronavirus sta perdendo la sua potenza diventando meno letale. E osservano che non sono state rilevate tendenze verso una riduzione delle cariche virali in campioni di tamponi analizzati nel Victorian Infectious Diseases Reference Laboratory, parte del Peter Doherty Institute for Infections and Immunity di Melbourne. “I nostri esperti non hanno visto alcun dato che suggeriscano una tale tendenza”, ha dichiarato un portavoce dell’Istituto.
Anche l’epidemiologo Allan Cheng, docente di epidemiologia alla Monash University di Melbourne e specialista di malattie infettive presso l’Alfred Hospital della stessa città, dichiaradi non aver osservato la tendenza del virus a perdere potenza. L’ospedale stesso tratta ogni giorno circa 200 test di coronavirus e Chang dichiara di non aver “osservato alcuna differenza nelle cariche virali che abbiamo testato. Saremmo molto sorpresi se questo fosse il caso. Questo non è un virus che muta così rapidamente”. Chang osserva che i medici in Italia possono aver osservato cariche meno virali in campioni di tamponi perché vengono testate con sempre più frequenza persone meno malate.

Scienziati australiani stanno conducendo una sperimentazione clinica, chiamata REMAPCAP, con l’obiettivo di identificare il trattamento più rapido e più efficace per curare pazienti gravemente malati di Covid-19, usando dati di oltre 200 unità di terapia intensiva attorno al mondo.
Gli studiosi della Monash University di Melbourne, guidati da Steve Webb della School of Public Health and Preventive Medicine dell’università stessa, usano dati randomizzati raccolti da pazienti di terapia intensiva che ricevono una gamma di terapie – antibiotici, farmaci antivirali, plasma di convalescenti, trattamenti con steroidi e immunoterapia – per determinare la combinazione più sicura ed efficace.
La sperimentazione mira ad assicurare che il maggior numero di pazienti riceva i più efficaci trattamenti il più tempestivamente possibile – ha spiegato Webb al quotidiano The Australian. “L’obiettivo della REMAPCAP non è di appiattire la curva, ma di piegarla, di salvare vite durante la pandemia ricorrendo a trattamenti efficaci”.
Webb aggiunge che gli specialisti potranno utilizzare i risultati della sperimentazione per assicurare che nuovi pazienti di coronavirus ricevano i rimedi di migliore efficacia più tempestivamente, potenzialmente salvando vite. Inoltre i medici potranno escludere farmaci mal tollerati, osserva.

 

Slovenia

In Slovenia l’Istituto Nazionale di Sanità pubblica (Nijz) ha confermato un caso di infezione da coronavirus per uno studente della scuola elementare Ludvik Pliberšek di Maribor. La preside dell’istituto ha scritto sul portale della scuola che tutta la classe è stata messa in quarantena, mentre gli altri studenti possono continuare a frequentare le lezioni poiché, prosegue il messaggio ripreso dall’agenzia Sta, le misure preventive indicate dall’Nijz sono state seguite alla lettera.
A partire da ieri, in Slovenia è formalmente terminato lo stato di epidemia, con la ripresa delle lezioni in classe per gli studenti delle elementari e di molte attività come centri fitness, piscine e strutture per il benessere, così come gli assembramenti fino a un massimo di 200 persone. La settimana scorsa Maribor era stata dichiarata zona priva di virus dopo che per 28 giorni, il doppio del periodo di incubazione del coronavirus, non era stato registrato alcun nuovo caso di infezione.

 

Montenegro

In Montenegro si sono create le condizioni per la revoca dello stato di epidemia da coronavirus. Lo hanno detto oggi le autorità sanitarie a Podgorica, osservando come da 28 giorni – pari a due periodi di incubazione – non si siano registrati nuovi contagi da Covid-19.
Nel Paese, è stato sottolineato, restano comunque in vigore le misure di prevenzione e sicurezza per il contenimento del contagio: igiene e lavaggio frequente delle mani, distanza interpersonale, mascherina.

 

Senegal

A poche ore dal previsto ritorno sui banchi degli studenti, il Senegal ha deciso oggi di non riaprire le sue scuole superiori come era in programma nell’ambito di un programma per allentare le restrizioni per il coronavirus, dopo che un gruppo di infezioni è emerso tra gli insegnanti nel sud del Paese.
Le aule del Paese sono chiuse sin dal 16 marzo. Gli studenti degli ultimi tre anni del liceo – 550.000 su 3,5 milioni di alunni nel sistema scolastico – dovevano iniziare a frequentare di nuovo le lezioni da oggi, ma nel cuore della notte il ministero dell’istruzione ha annunciato che la tanto attesa mossa è stata rinviata “fino a una data successiva”. Un certo numero di casi di coronavirus, ha detto, sono stati rilevati tra gli insegnanti di Casamance, una regione dell’estremo sud del Senegal.
Finora, il Paese ha registrato ufficialmente oltre 3.700 casi di Covid-19, tra cui 43 morti.

 

Israele

A due settimane dalla loro riapertura, le scuole israeliane sono adesso causa di preoccupazione per le autorità sanitarie del Paese. Nelle ultime ore alcune scuole sono state chiuse dopo che all’interno erano stati rilevati casi di contagio. Attualmente sono chiusi 31 istituti scolastici e circa 10 mila fra allievi ed insegnanti sono in quarantena. In tutto nelle scuole sono stati rilevati 217 contagi, di cui 11 nelle ultime ore.
Il ministro dell’Istruzione Yoav Gallant ha disposto la chiusura immediata di ogni scuola in cui si sia registrato anche un unico caso positivo. Intanto il diffuso quotidiano Yediot Ahronot pubblica oggi con evidenza testimonianze di allievi secondo i quali le misure dettagliate predisposte dal ministero della Sanità per la riapertura delle scuole non sono in realtà applicabili nelle strutture attuali dove, affermano, si registra un grande affollamento e dove la sanificazione appare loro inadeguata.

 

[fonte ANSA, ANSAmed, ANSA APF]