Un “calcio” al Covid-19…
Saranno stati ritmi più lenti quelli del football anni Settanta, saranno state comuni le meline con passaggi indietro al portiere, ma che nostalgia di quel football e dei suoi narratori radiofonici e televisivi!
Certo, anziché spaccare le difese con accelerazioni frenetiche, o con percussioni e rimorchi, si prediligeva caracollare sulla fascia per poi accentrarsi e sparare una staffilata destinata a lambire il palo o addirittura a costringere il portiere (Fabio Cudicini?) a togliere la ragnatela dall’incrocio dei pali… o ad accartocciarsi bloccandola.
L’attaccante più bravo e fortunato (non lo scarpone specialista di tiri telefonati, o addirittura di autogol con tiri telefonati vero compagno Comunardo Niccolai?) poteva tirare rasoiate a filo d’erba che spesso finivano insaccate alle spalle dell’incolpevole portiere. Incolpevole quanto quello che aveva a che fare – erano i tempi di Mariolino Corso, piede sinistro di Dio- con punizioni dal limite apparentemente sega, ma in realtà letali, a foglia morta com’erano! Chi negherebbe trattarsi di vere e proprie prodezze balistiche? Erano pure quelli tempi del tiki taka, più provincialente detto o borgorossoanamente (Alberto Sordi, auguri per il centenario) detto gioco corto della brillante Ternana di Corrado Viciani (chi era costui? eppure lo ricordo benissimo …).
Terzini, stopper, liberi, nulla potevano nemmeno in seconda battuta dinanzi alle discese dei fluidificanti più abili, terzini alla Aldo Maldera (di fatto un’ala sinistra: li preferivo ai tornanti… detti oggi? non me lo ricordo ma sicuramente sarà peggio di ieri), quelli che lanciavano palle in mezzo per eventuali sforbiciate – meglio se prese di stinco.
Come si definiva Pulici? Centravanti di sfondamento, perdinci! Non centravanti di manovra, né boa a centro area alla Savoldi (macché falso nueve!).
Caro geniale Beppe Viola, caro diligente e intelligente furlan Pizzul, chi più apostroferà i calciatori come vecchi ma pur sempre validi (come Altafini alla Juve: ma dirlo oggi susciterebbe linciaggi nei social) o di mediani, gran lavoratori di centrocampo, sempre tesi alla caccia del pallone.
Distinguiamo sempre un Piper (Brera) Oriali, un Benetti frangiflutti da mediani esclusivamente di spinta alla Gontrand (Brera) Pasinato. Nessuno dei sunnominati però zappava il terreno per colpire il pallone né lanciava squallidi e innocui spioventi dalla Trequarti (Alessio Tendi, sì, classe 1953 mi pare). Quanto diversi dai talentuosi centrocampisti e mezzepunte ((Beccalossi, D’Amico) che a volte vedevamo vagare a centrocampo (anche Antognoni se lo concedeva ed era una sofferenza).