15 Novembre 2024
Words

Addio Rossanda

Tra poco farete meglio quello che già fate benino: fare a meno di noi.
Noi, tra le altre cose, abbiamo dilapidato un’eredità corposa. Quella ricchezza aveva dei costi, meritava una cura e alcuni anticorpi ma noi ne abbiamo approfittato non capendo bene quel che ci era stato donato. Eppure era di tutta evidenza. Era il frutto di sofferenze, di sacrifici, di lotte. Era il frutto di intuizioni e di una capacità di ascolto che si è affievolita fino a sparire nel rumore del gorgoglio della deglutizione.
Chi uscì prima che io entrassi sentiva e capiva bene le grida, erano le sue. Ora non è che non ci sia la sofferenza, la lotta, la ragione e la terra da conquistare, da condividere. C’è, ma passa ai piani di sotto, oltre il muro del giardino. Non ha rappresentanza e si tratta spesso solo di parole, di ospitate tv. Ci cascano tutti, anche quelli che sembravano migliori.
Ci siamo bevuti il sacrificio degli avi. Ma ora non potete lamentarvi di noi. Tutti i sassi che avevamo li abbiamo tirati, tutte le mani in nostro possesso le abbiamo nascoste. Il sogno che ricorre è sempre più spesso quello in cui ci sentiamo immobilizzati come per una paresi e urliamo senza voce, sgraniamo gli occhi volendo aiutarvi fino a svegliarci in un bagno di sudore.
Beh, tanto ormai, ce ne stiamo andando.

Oggi è morta Rossana Rossanda, la Sinistra dei miei tempi. C’era un assortimento vasto: i marxisti leninisti, rigore e sguardo torvo; c’erano i maoisti, matrimoni, regole e donazioni; c’erano gli operaisti frangia rigida del movimentismo; c’erano gli immaginifici, gli uccelli e il collettivo di architettura a Roma; c’era il sud, “mo’ che il tempo s’avvicina”, c’erano i servizi d’ordine e gli insurrezionalisti; c’era il disastro dei teorici della lotta armata e la catastrofe di chi spense se stesso ed altri in quel cunicolo.
Dilapidatori di ricchezza e costruttori di solchi profondi e anche di tombe.

Oggi è morta Rossana Rossanda, la sinistra del Manifesto quando io ero la sinistra di Lotta Continua ma non si bastava c’era anche la sinistra di Potere Operaio. Compagni Sardi e gente dei quartieri da un lato e Stato e padrone nasce il Partito dell’insurrezione dall’altro. Tutto sepolto nel fondo di un barile tappato quarant’anni fa.
Ci fu (e credo ci sia sempre stato) chi pensava in grande: alcuni salendo in mongolfiera furono portati chissà dove dai venti, altri coperti di terra in fosse comuni dimenticate.

Tranquilli ragazzi, tranquilli voi che siete in campo, fatevi un’idea che corrisponda alla sfida che state affrontando, fatevela e provate a parlarne, a condividerla, anche fuori delle comparsate tv: non è un buon ufficio stampa che fa la differenza, quello che vale è dove abiti.
È più semplice e maledettamente complicata la questione: abitiamo così lontani gli uni dagli altri. Le strade affollate sono dette pericolose, sappiamo di dover rispettare la distanza. Anche al seggio. Anche oggi che è morta Rossana Rossanda. La distanza di sicurezza gli uni dagli altri finche risulti più simpatico chi la viola di chi rispetta le regole. Più facile e più gradito chi dà prova d’irresponsabilità.

Ci siamo dimenticati o ci è scomparsa la scena? Ci viene meno il principio o la sua praticabilità? Scusi, che ore sono? Mamma mia com’è tardi. Tranquilli siamo scivolati anche per ignavia nel cassetto di fondo. Tranquilli ora ce ne andiamo. Abbiate cura dei vostri pensieri migliori e non indugiate: per voi il 2050 è dietro la porta. Non apritela se non ci avete pensato, non apritela se non vi siete detti: ora!