Elettori di Trump: cavie umane
Quando l’uso politico di una pandemia arriva a giocare con la salute di tanta gente per scopi elettorali, dovremmo forse cominciare a pensare che la democrazia, nel caso quella americana, offre minori garanzie di crescita e di salute pubblica altri sistemi di governo?
Le pandemie sono fenomeni epocali di potenza trasformazionale e proprio adesso nel bel mezzo di quella del 2020, mi sembra di assistere ad un mondo che ormai sembra essere completamente sottosopra. Come reagire a un’emergenza pandemica è stato oggetto di anni di studio e sappiamo ormai che il rispetto delle regole è l’architrave su cui si regge tutto e si evita l’ambaradan: molte di queste regole le abbiamo imparate lungo il cammino dell’umanità ed altre si aggiungono ora che siamo nel bel mezzo di una pandemia di portata eccezionale. Ecco perché delle mille ramificazioni inattese di questa emergenza ce n’è una che è per me assolutamente inaccettabile: il negazionismo.
Nonostante l’evidenza scientifica, le foto drammatiche e il tamtam social-mediatico, osserviamo una polarizzazione totalizzante delle opinioni che obbliga una parte politica ed il suo seguito a disattendere completamente le misure di sanità pubblica di base. Lo vedo in particolare negli Stati Uniti, fra l’altro in un momento critico come quello elettorale. Il fronte che riconosce questa pandemia come un problema da gestire con strumenti anche coercitivi è del tutto contrapposto a un fronte che organizza raduni elettorali con migliaia di partecipanti. L’aspetto davvero surreale è che gli elettori repubblicani si trovano in un gigantesco assembramento organizzato da un leader che non porta la mascherina, che urla e che stimola gli altri ad urlare in barba a tutte le regole ed alle misure di restrizione e di protezione di sé e degli altri: goccioline, droplet ed aerosol tutti insieme allegramente, magari mentre ci si passa la bottiglia di soda.
Nel riflettere su questa situazione paradossale mi viene in mente che queste oceaniche folle di persone senza mascherina e che seguono il Presidente in questa marcia inarrestabile forse non si rendono conto di essere parte di un gigantesco esperimento vivente. Oggi si parla in Europa di lockdown più o meno hard perché si teme che la crescita esponenziale dei contagi possa fermarsi soltanto attraverso un blocco molto severo delle movimentazioni delle persone. Molti Stati europei sono adesso al bivio di dover prendere o meno delle misure drastiche che penalizzeranno ancora di più l’economia. Ma queste misure di restrizione sono o non sono necessarie per salvarci da un nuovo collasso del servizio sanitario o addirittura da un’ecatombe? Ebbene, credo che questa risposta poco scientifica e molto pragmatica arriverà ancora una volta dagli Stati Uniti. Alcuni fra i grandi eventi delle ultime due settimane di campagna elettorale americana hanno le caratteristiche che — secondo i massimi esperti in materia, Fauci in testa — possono risultare esplosive per il contagio e quindi per le ospedalizzazioni e causare morti.
In realtà è questione di qualche giorno o al massimo di qualche settimana e gli effetti di questi comportamenti negazionisti si vedranno. Sì, perché il tempo è galantuomo e restituisce tutto. Man mano che si genereranno i numeri di questa onda lunga americana e delle relative ospedalizzazioni e decessi, si capirà se l’origine dei nuovi contagi è legata a un comizio elettorale «non protetto» oppure no. L’esperimento è in corso ed il virus, implacabile e a quanto pare inarrestabile, ci mostrerà quale dei due schieramenti ha avuto un approccio più adeguato alla situazione. Peccato che la risposta arriverà solo dopo le elezioni.
[tratto da Corriere della Sera – di Ilaria Capua]