Cosa resta della sinistra?
La sinistra, nello stesso istante, è un partito (alcuni partiti), un’ideologia, un’organizzazione, una visione del mondo, una base sociale, un programma politico e una posizione relativa a un’altra posizione, la destra. Se prendiamo lo spazio orizzontale si ha che la partizione destra/sinistra esaurisce lo spazio della politica – essendo il “centro” (ciò che non è destra né sinistra) inevitabilmente trasparente, adiaforo, impersonale.
Oggi che cosa resta della sinistra in Italia? Vengono in mente le conquiste storiche: lo stato sociale, i diritti civili, ecc. Ma tutto ciò si deve incarnare in un partito o in un movimento, come è stato in passato per questi presidii di cittadinanza.
Se si prende quel “centro” impersonale e lo si fa “avvicinare” alla sinistra potremmo avere una socialdemocrazia. Se, come voleva Anthony Giddens, si prende un po’ della destra e un po’ della sinistra (formula opposta alla kierkegardiana “aut-aut” e che potremmo esemplificare con “et et”) si ha la famigerata “terza via” (sic!).
Insomma quello che resta oggi della sinistra in Italia deve per forza fare i conti con la realtà, che è mutata rispetto al passato.
Il centro-sinistra (che per diventare tale si è già appiattito sulla realtà consumista, capitalista, liberal-democratica, globalizzata) per manifestare ancora un qualche spirito autenticamente “di sinistra” deve approcciare i problemi attuali con un punto di vista preciso e focalizzato. In definitiva ciò che resta della sinistra oggi (o dovrebbe restare) è un punto di vista e il confronto con la realtà attuale.
Ma inalberando “rivoluzioni” in nome di proletari oppressi non si è, hegelianamente, qualcosa che “apprende” il proprio tempo col pensiero. E anche le riforme ancora non fatte in questo nostro Paese lento e vecchio sembrano comunque essere “passate di moda”.
Il punto di vista autenticamente di sinistra potrebbe essere: attenzione alle fasce più deboli della popolazione, nuova analisi dei temi della “cittadinanza” rispetto anche alla questione migranti, difesa della Costituzione e dei suoi valori, tassazione progressiva che esiga di più dai ceti più ricchi e influenti. Ma tutto questo “repertorio” come si sposa con la realtà attuale? Per fare un esempio: chi sono i proletari oggi? Un professore di liceo (una volta avrebbe fatto parte della middle class) che per lavorare è costretto a spostarsi dalla Calabria a Varese va incontro a tali spese che lo proletarizzano. La classe media si è erosa. E i nuovi proletari non sono soltanto più gli operai dell’Ilva di Taranto.
In più il lavoro è diventato mobile, flessibile e precario. La stessa vita sociale si è polverizzata (Arjun Appadurai) e molecolarizzata: regna dappertutto – non solo a causa del Covid-19 – l’incertezza, la transitorietà, l’effimero.
Un punto di vista autenticamente di sinistra oggi deve dunque fare i conti con la precarietà. E allora si potrebbe chiedere: quale “valore” (magari storico della sinistra) va bene per la società di oggi?
Tutte queste domande si racchiudono in una sola: che cosa resta della sinistra oggi? Resta un approccio alle cose! Un particolare modo di vedere le cose – ma in quale partito o movimento questo “approccio” è incarnato?
Una sinistra-medico: secondo i dati di un analisi sociale emerge che sul tema della salute individuale esiste una sofferenza e allora io ti curo!
Una sinistra sanitaria che intravede nuovi mali sociali: la disoccupazione, l’inoccupazione, la paura del Covid, la crisi economica post-Covid, le tensioni sociali. Una sinistra-medico che ha un punto di vista prognostico: il punto di vista della diagnosi e della (possibile) cura. Un approccio tendente al rimedio, al consiglio.
Ma, si dirà: anche la destra ha un approccio ai problemi sociali e propone una cura di essi. Dunque bisogna scendere ancora più a fondo.
Che cosa è “rilevante” per quello che resta della sinistra oggi? I valori lgbt e i diritti civili? La cassa integrazione? Il richiamo a valori socialdemocratici? O magari il movimentismo antagonista, non global e no logo? Come si ottiene una scala di rilevanza? Analizzando i problemi e attribuendo loro un valore. E come si attribuisce un valore più alto a un determinato problema? A seconda del proprio punto di vista morale. Un medico consigliere sorretto da una filosofia morale insomma. Una sfida etica. Il bene e il male. Il giusto e l’ingiusto. Antigone di Sofocle. La legge contro la giustizia. Antigone sceglie la giustizia e Creonte in nome della legge la condanna. L’ordine dei rapporti umani e la condotta di chi si adegua a questo ordine. Ecco quello che resta della sinistra (o del centro-sinistra) oggi in Italia: una tendenza verso l’ordine. Un medico consigliere animato da una filosofia morale che cerca di rimettere ordine.
Buona fortuna!