Trump e Putin a braccetto contro Biden
Fu il leader del Cremlino Vladimir Putin ad autorizzare personalmente le operazioni per denigrare la campagna presidenziale di Joe Biden e sostenere la rielezione di Donald Trump, seminando nello stesso tempo sfiducia nel processo elettorale e discordia per esacerbare le divisioni socio-politiche negli Usa.
Sono le conclusioni del rapporto declassificato sulle interferenze nelle elezioni americane del 2020, diffuso dalla direzione della National Intelligence, che coordina tutte le agenzie degli 007.
Anche l’Iran condusse una prolungata campagna per minare la riconferma del nemico Trump ma senza promuovere direttamente il suo rivale, affermano i documenti. Le manovre – si legge – furono approvate dal leader supremo, l’ayatollah Ali Khamenei, coinvolgendo l’esercito e le agenzie di intelligence, che usarono messaggi aperti e coperti e condussero vari cyber attacchi. Pure la Cina valutò di interferire nelle elezioni Usa ma alla fine scelse di non farlo, ritenendo che le operazioni sarebbero fallite e molto probabilmente avrebbero avuto un effetto boomerang. Nessuna potenza straniera, tuttavia, riuscì a penetrare nei sistemi di voto, a differenza di quanto successo nel 2016.
L’accusa più esplosiva e imbarazzante è quella contro Putin, che avrebbe supervisionato gli sforzi per condizionare la campagna elettorale, anche ricorrendo a persone vicine agli 007 russi, come il deputato ucraino Andriy Derkach, legato all’intelligence di Mosca e già sanzionato dagli Usa in settembre. O influenzando persone vicine a Trump. Persone non indicate ma il rapporto sembra riferirsi al lavoro oscuro di Rudy Giuliani, l’ex avvocato del presidente che gestì le trame ‘ucraine’ contro Biden, gettando sospetti di corruzione sul candidato democratico . “Lo Stato russo e attori delegati che servono gli interessi del Cremlino lavorarono per danneggiare le percezione pubblica americana in modo costante”, denunciano gli 007 Usa.
Il rapporto sconfessa su tutta la linea l’ex presidente, che aveva negato aiuti russi, accusato la Cina di sostenere Biden e ammonito che il pericolo più grande erano le frodi elettorali alimentate dagli avversari stranieri. “L’ultima persona che la Russia vuole vedere in carica è Donald Trump”, disse il tycoon lo scorso agosto. Invece il Cremlino tifava e lavorava per lui, grato per i silenzi sui diritti umani, per le sanzioni di facciata, per il ritirata americana dagli scacchieri caldi del mondo. Il rapporto smentisce anche le sue accuse di corruzione contro i Biden, inserendole nella campagna per gettare fango sul candidato dem.
Le conclusioni riecheggiano quelle del ministero degli Interni all’indomani del voto ma ora c’è un documento ufficiale col timbro della National Intelligence. Un altro punto a favore di Biden, volato oggi in Pennsylvania per cominciare a ‘vendere’ negli Stati ‘in bilico’ durante le elezioni il suo piano Covid da 1900 miliardi di dollari. Ma dietro l’angolo lo attende l’emergenza migranti al confine col Messico, dove il ministro degli interni Alejandro Mayorkas ha previsto l’arrivo di un picco record negli ultimi 20 anni e ammesso la difficoltà di gestire il crescente numero di minori non accompagnati, a volte anche di soli 6 o 7 anni: 4200 sono ancora in custodia.
[tratto da ANSA – di Claudio Salvalaggio]