Marisa Cecchetti, Sono immagini dell’alba, Giovane Holden Edizioni, Viareggio 2021, pp.120
Si incrocia una verità scritta nella bandella di questo libro che fornisce la chiave del tono stesso della raccolta di racconti di Marisa Cecchetti che ci prestiamo a leggere e dice: “C’è un tocco dolce e morbido, in questa silloge di racconti, che sembra quasi rubato alla poesia”. E potremmo aggiungere: un tono leggero e meditativo, come quello di una voce affabulatoria che conduce per sentieri di ricordi e di sentimenti semplici e duraturi.
Ci sono le ebbrezze sottili della passione, o meglio della sua preventiva stimolazione che è l’eccitazione dei corpi che parte dagli occhi, dallo sguardo, come nel racconto d’apertura, che incensa la giovinezza come momentum, come episodio costante della trattazione umana dell’attrazione fisica.
Ci sono i ricordi asciutti e familiari del racconto Anni Settanta, dove un Natale diventa occasione di una narrazione intima del dono come cura.
C’è l’altruistico e commovente racconto della madre e della madre di se stessa e della figlia, nel racconto Non avrei saputo, dove si condensa in due pagine e mezzo il tema eterno della genitorialità e della discendenza, assunto in quella frase: “È un bene immenso la risposta, Finché c’è”.
E poi ci sono alcuni racconti che pongono la questione degli oggetti come cose, nella loro capacità di attivare la sfera dell’affezione umana. Mi riferisco a Dialogo tra una bici e una motocicletta, dove l’ironia del racconto esonda nei corsivi usati per il botta e risposta, sempre cordiale e gentile, appunto tra le modalità affettive di come funziona il pericardio di una vecchia bici e quello di una moto, come fossero donne e uomini alla prova delle loro rispettive differenze e fibrillazioni.
Oppure come si coglie nel racconto L’ultimo arrivato, che spiega come si possa stabilire una relazione alla pari e un dialogo stringente tra la proprietaria di una casa e il nuovo frigorifero. Sembra che l’autrice abbia digerito la lezione filosofica di Remo Bodei e del suo vecchio saggio dedicato proprio alla vita delle cose.
Questo libro è dunque un insieme di emozioni e sentimenti ordinati dalla scrittura, sempre nitida, leggera, piana che contraddistingue in maniera spontanea e fresca la poetica autoriale di Marisa Cecchetti e del suo mondo interiore.