19 Dicembre 2024
Movie

“Full Time – Al cento per cento” (di E. Gravel, FRA 2021)

Uscito in Francia a metà marzo e poco dopo nelle sale italiane, questo secondo lungometraggio del regista Eric Gravel (titolo originale A plein temps) è stato presentato al 78mo Festival di Venezia nella sezione Orizzonti. La protagonista Laure Calamy è stata premiata come migliore attrice.

Julie (la Calamy, nota al pubblico come Noémie nella serie televisiva Chiami il mio agente! e vincitrice di un César nel 2021 come per Io, lui, lei e l’asino (Antoinette dans les Cévennes) è una donna di discreta cultura sui quarant’anni, separata e verosimilmente con un marito che non le passa gli alimenti. Ha due figli che cresce da sola in un villaggio di campagna, nell’area parigina. Lavora in città come capo-cameriera o qualcosa di simile in un hotel di lusso, quanto basta per portare avanti un’esistenza quotidiana faticosa, frenetica, di corsa à plein temps ma tutto sommato decorosa, nella sua normalità, una normalità ricercata e in qualche misura raggiunta per sé e per i figli, che ogni sera deve riprendere, ‘parcheggiati’ da una vicina. Finalmente dopo una serie di tentativi infruttuosi supera un colloquio e ottiene un posto di maggiore soddisfazione, ma proprio quando deve cominciarlo scoppia un massiccio sciopero che investe i trasporti pubblici. Come se le crollasse il mondo addosso: uno si illude di aver fatto un salto di qualità e rischia di far tardi proprio il giorno della presa di servizio. La sua organizzazione e i suoi equilibri psicologici vacillano.
Il film richiama la difficoltà di tante vite ordinarie femminili, con la spada di Damocle più o meno esplicitata del licenziamento, rappresentata nel cinema da autori come i fratelli Dardenne o da Ken Loach, mentre alcuni critici hanno associato il vorticoso correre di Julie a quello di Isabella Ragonese in Sole cuore amore, di Daniele Vicari. Il film tocca corde di attualità sociale e ha un buon ritmo  (cosí come robusta è la colonna sonora), serrato e adatto a riflettere, verrebbe voglia di dire, quello che una vecchia pubblicità italiana, ma di tempi che al confronto con quelli odierni sembrano di assoluto relax, definiva “il logorio della vita moderna”. Julie è una sorta di piccola eroina, che vive in una Parigi caotica e attraversata da rivolte sociali, e che non dimentica mai nonostante il suo continuo affacendarsi di dedicarsi con devoto amore ai suoi ragazzi. Un buon, ma non imperdibile, film.

Giovanni A. Cecconi

Professore di storia romana e di altri insegnamenti di antichistica all'università di Firenze. Da sempre appassionato di cinema, è da molti anni attivo come blogger su alleo.it per recensioni, riflessioni, schede informative, e ricordi di attori e registi. È stato collaboratore di Agenzia Radicale online e di Blog Taormina. Ama il calcio, si occupa di politica e gioca a scacchi, praticati (un tempo lontano) a livello agonistico, col titolo di Maestro FIDE.