Marisa Cecchetti, Questo ondulare della terra, Giovane Holden, Viareggio 2022
Il nuovo libro di Marisa Cecchetti è un poema della memoria. La scrittrice ci stimola alcune domande: quanto dura un’estate? di chi è l’estate raccontata?
L’autrice insieme al fratello si ritrovano in un tempo d’estate, nei luoghi dell’infanzia e riportano in vita, oltre ai genitori, uno spazio temporale distante eppure vicinissimo.
La lettura di Questo ondulare della terra è come camminare tra le parole, come se passo dopo passo, cioè verso dopo verso, avessimo intrapreso questa passeggiata poetica insieme ai ricordi. E i ricordi sono talmente intensi che è come se fossero i nostri. È una lettura di passi che non arretrano mai, neppure di fronte a un ricordo ruvido o a una descrizione dolorosa. Memorie e sassi, prati e cieli azzurri, ma anche gli impietosi roghi che bruciano il bosco.
Si procede senza fermarsi perché s’incontrano temi cari e universali che rinfrancano anche quando feriscono, proprio perché vitali. Non ci si muove dentro a un tempo lineare, ma si procede a balzi avanti e indietro, avvertiti prima ancora che dal contenuto, dal segno grafico di un cambio di stile di scrittura. E poi incontriamo delle ancore, degli appigli che permettono al lettore di procedere e trasformano la curiosità in condivisone, la casa di una nella casa di tutti.
Il lontano che trasmuta in vicino, il privato che diventa pubblico, la realtà che si trasforma in fantasia, o trasforma la fantasia fino quasi all’ultimo respiro senza quasi prendere fiato, senza possibilità di riprovare ma con l’infinita certezza di ricordare.
E dentro c’è anche un fatto della cronaca di tutti, accaduto in Afghanistan, dove l’attualità dura e terribile mette in scena dal vero una madre che affida il suo bambino alle mani sconosciute di un soldato che sta per lasciare l’inferno di quel Paese martoriato per un luogo che si spera sia migliore. È una di quelle immagini che ci farà sempre ricordare dove eravamo quel giorno, cosa stavamo facendo, e che adesso rende questo piccolo libro una lanterna per il buio che c’è stato e ci sarà, quello sopportabile solo grazie ai ricordi-radice che ci tengono desti. Ma desti nella poesia.