Argentina Campione
Da Maradona a Messi, lungo un’attesa durata 36 anni. Sporcata soltanto dal gesto cretino e deplorevole del portiere argentino Emiliano Martinez.
L’Argentina vince ai rigori il terzo mondiale della sua storia al termine di una finale bellissima, che rimarrà nella storia del calcio, in cui l’Albiceleste era stata ripresa due volte dalla Francia, la prima volta dopo aver assaporato il titolo per 80′ (Mbappé ha segnato su penalty al 35′ st l’1-2, poi un minuto dopo il 2-2) e poi nei supplementari. A trascinare i Bleus sempre Mbappé, autore di una tripletta in finale come nemmeno Pelé. Ma il fato del Mondiale piu’ discusso della storia del calcio aveva stabilito che dovesse essere la Coppa del Mondo di Lionel Messi, al passo d’addio, e così è stato.
A sancire la fine della Francia dal dischetto è stato, come nel 2006, un terzino: Grosso a Berlino e Montiel oggi. Insomma, un altro segno del destino. Ma a salvare l’Argentina, altro eroe di questa partita, era stato allo scadere dei supplementari il portiere Emiliano Martinez con una parata decisiva su Kolo Muani, che ricorderà forse per sempre questa azione. Un intervento, quello dell’estremo difensore dell’Argentina, che forse ha contribuito in modo decisivo a fargli assegnare a fine partita il premio di miglior portiere di questo Mondiale (macchiato peraltro dal gesto volgare della mano ai genitali, che va di pari passo con il suo ‘politicamente scorretto’ nei confronti dei tiratori francesi dei rigori).
Finisce con Infantino che consola Macron, sceso dalla tribuna, e sussurra all’orecchio di Messi, gongolando per una finale da leggenda che lo conforta nella sua convinzione che al di la’ delle rivendicazioni dei diritti si debba lasciare spazio al “divertimento per 90 minuti di calcio”; anzi stasera per 120 minuti più rigori. Finisce con le immagini del pianto a dirotto di De Paul, anche oggi tra i migliori in campo come del resto in tutto il Mondiale, e del ct Scaloni, nominato a suo tempo ad interim e poi rimasto fino al giorno del trionfo (e dopo aver vinto, un
anno fa, anche la Coppa America), e che dopo essersi ripreso dall’emozione balla in campo con i figli, e delle lacrime, anche queste senza freni, di mamma Celia Maria, proprio lei, la madre di Messi finora sempre discreta nei giorni dei successi del figlio ma che oggi proprio non ce la fa a trattenersi dall’andare in campo ad abbracciare il figlio. E i tifosi argentini continuano a cantare che da lassù Diego vede vincere ‘la Tercera’ al suo erede, ora finalmente nell’Olimpo del calcio perché ora ha vinto tutto,adesso anche il Mondiale come Maradona e Pelé.
E la Francia? A Deschamps non è riuscito di fare come Vittorio Pozzo, ct che vinse due Mondiali consecutivi, e rimarrà il dubbio se a condizionare in qualche modo i Bleus sia stato il virus di cui hanno sofferto alcuni dei suoi componenti. E chissà cosa sarebbe successo se in Qatar ci fossero stati Benzema, Pogba e Nkanté, tre titolari fermati dagli infortuni. Discorsi però ormai inutili, Qatar 2022 sarà ricordato come il Mondiale di Messi, e la terza stella sulla maglia se la cuce l’Argentina.
Ma rimarrà anche il gesto di Mbappé che dopo essere stato premiato bacia la medaglia d’argento Tripletta Mbappé, doppietta Messi, a segno anche il redivivo Di Maria, mai visto nella Juve a questi livelli. Finiscono 2-2 i tempi regolamentari, 3-3 i supplementari, con la Francia sempre a rincorrere e a pareggiare, prima di due gol poi di uno. Alla fine i rigori: è lo svolgimento di una finale bellissima quanto rocambolesca.
Ad aprire le marcature in un primo tempo dominato dall’Argentina era stato un rigore concesso per un fallo ingenuo di Dembele su Di Maria e trasformato di sinistro da Messi (23esimo) esattamente nel minuto in cui aveva eguagliato Paolo Maldini come giocatore con più minutaggio della storia dei Mondiali. E, tanto per aggiungere un record all’altro, al calcio d’inizio aveva già staccato Lothar Matthaus per numero di presenze in un Mondiale: 26. Il raddoppio di Di Maria (36esimo) con una ripartenza esemplare: Messi per Julian Alvarez, in profondità per Mac
Allister. Il centrocampista vede l’inserimento di Di Maria, lo serve e il Fideo segna il 2-0. La Francia era inesistente, quasi umiliata dal pressing dei rivali, Deschamps cercava di rimediare togliendo dal campo Giroud (infuriato al rientro in panchina) e un frastornato Dembele, ma le cose non cambiavano fino a dieci minuti dalla fine, quando la Francia beneficiava anche lei di un rigore (giusto, per fallo di Otamendi su Kolo Muani), trasformato da Mbappé. Il quale, appena un minuto dopo, all’81esimo, inventava il pari della Francia con una pennellata d’autore che ammutoliva la ‘hinchada’ argentina. Nei supplementari altre girandole di emozioni, con la rete ancora di Messi e il pari di Mbappé, anche questo su rigore concesso per un ‘mani’ di Montiel su conclusione del n.10 francese. Ma c’erano anche due buone occasioni sprecate da Lautaro Martinez e la parata decisiva di un
altro Martinez, Emiliano detto ‘Dibu’. Poi i rigori e la festa finale, con Messi che accarezza la Coppa, la bacia, viene
rivestito di una mantella regale e poi finalmente solleva il trofeo, accanto a un Dybala (suo uno dei rigori decisivi per il titolo) letteralmente impazzito di gioia. Sì, doveva essere il Mondiale dell’Argentina , e così è stato, per merito soprattutto di quel n.10 venuto dopo Diego.
[di Alessandro Castellani – tratto da ANSA]