Il fanatismo non è solo radicalità e intransigenza nel difendere quello in cui si crede, ma soprattutto non accorgersi di superare, a volte, la sottile linea che divide il ridicolo dal sublime. I fanatici non sanno di essere un paradosso: Montanari, rettore della Università degli stranieri di Siena, ritiene che, mentre è legittimo che lo Stato saluti, nella morte, l’ onorevole Silvio Berlusconi che lo ha rappresentato per delega popolare per un lungo periodo, non è legittimo, anzi è disprezzo per il pluralismo e per la democrazia, imporre un lutto (sette giorni, una solennità da monarchia assoluta) nei confronti di chi, come leader politico, non è stato ovviamente espressione di un intero paese, ma di una fazione, la sua. Inoltre il lutto non nasce dal riconoscimento di un ruolo, dal rispetto formale per una persona, ma da un dolore vero che sempre nasce dalla condivisione, dalla stima, dall’affetto, tutte cose che non si possono imporre. Quando è morto Palmiro Togliatti (o Enrico Berlinguer) tutti hanno sentito che usciva di scena una personalità di grande spessore storico, un uomo, in tempi di forti contrasti e drammi umani enormi, che era stato un protagonista della Storia patria, ma non penso che i suoi avversari si siano sentiti in lutto o lo abbiano pianto. Come è giusto perché, come ho detto, il lutto è un sentimento e nessuno può imporre un sentimento.
Consideriamo, poi, che una Università è un centro di studio, di ricerca scientifica, un laboratorio di idee, un luogo di serio e pensoso confronto. È una libera Istituzione, è di tutti i cittadini e quindi deve rispettare le articolate sensibilità che SONO la democrazia. Per questo non può genuflettersi difronte a un Principe. Montanari ha difeso la dignità e l’autonomia degli studi e del libero pensiero. E qui si torna al fanatismo, ai fanatici dai quali siamo partiti. Gli integralisti sono coloro che rimproverano la partigianeria a chi difende la libertà di tutti e lo fanno, naturalmente pensando di essere oggettivamente nel giusto, in nome di una cecità ideologica, di una vocazione assolutista che non si rendono nemmeno conto di avere e di praticare. I fanatici sono dunque i nemici naturali del rispetto che si deve avere per le sensibilità degli altri e, quindi, sono nemici di ogni libertà di scelta. Sono loro, nel loro bigottismo, che impongono un punto di vista e non rispettano il pluralismo e la democrazia che nemmeno conoscono. Per i fanatici, infatti, le uniche opinioni giuste sono le loro, tutte le altre sono sbagliate e, quindi, da correggere e da impedire in nome della verità, quella di cui sono i garanti.