23 Dicembre 2024
Culture Club

Gli italiani leggono di più

In crescita gli italiani che leggono: nel 2023 sono il 74% le persone tra i 15 e i 74 anni che hanno letto almeno un libro a stampa (anche solo in parte), un e-book o ascoltato un audiolibro nei 12 mesi precedenti. Si tratta in valori assoluti di 32,8 milioni di persone. Nel 2022 l’indice di lettura era del 71%, nel 2019, in pre pandemia, del 68%. Ma mentre cresce il numero assoluto di lettori, cala la percentuale di chi legge con frequenza almeno settimanale: era il 72%, adesso è il 67%.
Diversa la situazione per i fumetti: in questo caso i lettori sono il 21% della popolazione e, rispetto alla media dei lettori, leggono più spesso, il 35% lo fa tutti i giorni contro il 31% dell’universo complessivo dei lettori. Inoltre, hanno maggiore familiarità con i social network (il 95% lo fa tutti giorni contro il 90% dell’universo dei lettori), in un numero maggiore di casi possiedono e usano un e-reader (40% contro 24%) e ascoltano audiolibri (29% contro 16%). Questo secondo l’indagine di Pepe Research per l’Associazione Italiana Editori, presentata l’8 dicembre a Più Libri più Liberi, da Giovanni Peresson, responsabile dell’ufficio studi di Aie. All’incontro, in collaborazione con Aldus Up, hanno partecipato Marco Bo (Codice edizioni), Emanuela Bologna (Istat), Giuseppe Laterza (Forum del libro-Laterza editore).

“Più che il numero di lettori stanno diventando rilevanti altri elementi che qualificano l’atto del leggere – ha spiegato Peresson -. Rispetto al 2022, ed è una tendenza che già si era vista negli anni precedenti, cala la percentuale di lettori che legge almeno una volta a settimana (era il 72% dei lettori, adesso è il 67%), mentre parallelamente aumenta la percentuale di chi legge solo qualche volta all’anno, dall’8% al 13%”.
Il tempo medio di lettura durante la settimana è di 4 ore e 18 minuti, ma un quarto degli intervistati (24%) dichiara di non avere letto nulla nella settimana precedente l’indagine e un altro 30% lo ha fatto per meno di due ore. Dunque, più della metà degli italiani che si dichiarano lettori, legge per meno di due ore a settimana.

Se invece guardiamo ai nuovi modi della lettura, vediamo che un quarto degli utenti delle piattaforme social ha fruito di contenuti narrativi presenti sulle stesse piattaforme social o su piattaforme di condivisione di storie, ovvero 10,2 milioni di italiani. Tra questi, una percentuale del 15% non legge libri, e-book o ascolta audiolibri: equivale a dire che un 3% della popolazione si approccia alla narrazione fuori dalla forma libro, a stampa o digitale.
Da segnalare che il tasso di lettura degli italiani rilevato da Aie, come è stato ricordato e discusso durante l’incontro, differisce profondamente da quello rilevato da Istat a causa del tipo di domanda diversa che è stata posta ai due campioni intervistati, a loro volta espressione di fasce di popolazione differenti. Di fatto, le due indagini rilevano fenomeni diversi. L’indagine Istat, che stima i lettori italiani al 39,3% nel 2022, popolazione di sei anni e più, chiede al campione “Negli ultimi 12 mesi ha letto libri (cartacei, ebook, libri online o audiolibri)? Consideri solo i libri letti per motivi non strettamente scolastici o professionali”. La domanda dell’indagine Aie, rivolta alla popolazione tra i 15 e i 74 anni – dopo aver premesso all’intervistato che l’indagine esclude tutte le forme di lettura obbligatorie: scolastiche, di studio e professionale – invece, è “Pensando agli ultimi 12 mesi le è
capitato di leggere, anche solo in parte, un libro di qualsiasi genere, non solo di narrativa (romanzo, giallo, fumetto, fantasy) ma anche un saggio, un manuale, una guida di viaggio o di cucina, ecc. su carta o in formato digitale come un e-book, o di ascoltare un audiolibro?”.

“Emerge il fatto che ci sono criteri molto diversi nel valutare un lettore. Per esempio per l’Istat un libro letto vuol
dire tutto letto. Per l’Ufficio Studi dell’Aie può essere letto in parte. Questa non è una piccola differenza. Alcuni dati dell’Istat continuano a non comprendere la lettura dei manuali, come se non fossero veri libri. Quindi, bisogna portare questi dati nell’insieme a coerenza perché siano confrontabili non solo con il passato ma anche con gli altri Paesi Europei” ha commentato Giuseppe Laterza. “C’è una tenuta della lettura, soprattutto tra i giovani, e questo nell’epoca di TikTok non è affatto scontato. Cominciamo a dirci che il bicchiere è mezzo pieno e riempiamo l’altra metà”.

[di Mauretta Capuano – tratto da ANSA]