Avanti con la Superlega
Adesso siamo liberi dal monopolio della Uefa. La Superlega è valida e plausibile. Secondo il pronunciamento della Corte di Giustizia Europea il monopolio della Uefa nell’organizzazione delle competizioni internazionali non è legale. E la vicenda, iniziata il 19 aprile 2021, quando 12 grandi club europei (Real Madrid, Barcellona, Atletico Madrid, Manchester United, Manchester City, Chelsea, Arsenal, Tottenham, Liverpool, Juventus, Inter e Milan) avevano annunciato il loro accordo di principio per lanciare il progetto della Superlega, in concorrenza con la Champions League organizzata dalla Federcalcio europea, è arrivata al capolinea, dando ragione a tutti coloro che avevano investito in questo progetto che prevede, tra le altre cose, l’accesso libero allo streaming video delle partite di questo circuito calcistico per tutti i tifosi e gli sportivi.
Adesso, per difendere il proprio operato, la Uefa pone il tema dell’importanza dei campionati nazionali che rappresentano le peculiari caratteristiche (anche di gioco sostiene qualche sciocco) di ciascuna nazione: una sorta di nazionalismo del calcio. Si tratta di un ragionamento veramente bizzarro se pensiamo a quanti giocatori stranieri militano nelle squadre di calcio italiane di serie A e anche di serie B. La Uefa vorrebbe mantenere campionati nazionali che rappresentano lo spirito di ogni Paese con formazioni composte per lo più di stranieri. La cosa fa ridere se non facesse piangere per il tentativo ancora una volta retrogrado di intendere non soltanto lo sport più diffuso in Europa, ma anche il senso della stessa Unione Europea che, con la Superlega, potrebbe finalmente avere un circuito sportivo realmente internazionale e cioè europeo. Che dimostri anche la necessità di mettere insieme, in Europa, ancora più settori possibili.
Nel 2021 ci furono proteste, in particolare dei tifosi inglesi, che però protestavano perché convinti di avere un primato su tutto il resto del mondo: il calcio è nato proprio in Gran Bretagna e loro pensano di esserne gli unici depositari. Ma per la Gran Bretagna il problema oggi è anche di natura formale, poiché loro sono usciti dall’Unione Europea e la Superlega non si sa se potrà di fatto attecchire anche lì.
Ma all’epoca furono soprattutto le minacce di pesanti sanzioni da parte di Uefa e Fifa (penalizzazioni in punti per le squadre, esclusione dei giocatori dalle rispettive nazionali) che il progetto era rapidamente sgonfiato, con la retromarcia quasi immediata di nove club. L’ultima ad arrendersi fu la Juventus, che rinunciò definitivamente lo scorso luglio. Juventus che è stata martoriata dalla Uefa e dalla Lega Calcio italiana che si sono comportati come bulli, cercando tutti i modi possibili per affossare la più importante società calcistica italiana, condannandola di “crimini” per cui altre società sono state assolte o nemmeno indagate.
Al momento sono rimaste solo due società a far valere la Superlega: Real Madrid e Barcellona, unite nella Società di Superlega Europea (ESLC). Supportata dall’agenzia di marketing A22, questa entità ha portato il caso davanti al tribunale Mercantile della capitale spagnola, che a sua volta ha deferito la questione alla Corte di Lussemburgo che ha risposto “sì” al quesito se, sottoponendo qualsiasi torneo in Europa alla sua autorizzazione, e prevedendo sanzioni contro club e giocatori che sfidano la sua autorità, la Uefa sta “abusando la sua posizione dominante”.
Le due spagnole sono rappresentate dallo studio legale Dupont-Hissel, all’origine della famosa sentenza Bosman che nel 1995 stabilì la libera circolazione dei giocatori all’interno dell’Ue e abolì le “quote di nazionalità”.