23 Novembre 2024
Culture ClubSenza categoria

Il carpentiere hitleriano

«Hitler aveva ragione. Voi comunisti senza contraddittorio camuffate la storia e la state riscrivendo: ma ora finalmente possiamo dire la verità». Un uomo anziano, al Salone del Libro di Torino, alla fine della presentazione del libro di Stefano Massini (a questo punto, sicuramente “comunista”) insegue l’autore, lo strattona per la manica della giacca, lo spintona e gli rivolge le parole riporte sopra.

Da questo splendido esempio di teoria dell’agire comunicativo (alla Habermas) apprendiamo, attraverso la persuasione e la retorica diverse cose: 1) Hitler aveva ragione (su quale argomento non si sa); 2) esistono ancora i comunisti; 3) questi residui di comunisti amano discutere senza contraddittorio: quindi monologano; 4) questi stessi comunisti scrivono le pagine della storia dal loro punto di vista oscurando la “verità storica”; 5) con l’attuale situazione politica (immagino italiana) i possessori dell’autentica “verità storica” la possono finalmente esplicitare. Interessante!

Dal punto di vista della semiotica, addirittura interessantissimo. Riducendo il ragionamento dell’anziano, appassionato dei libri di Massini, possiamo dire che tutto il suo cartesiano “discorso sul metodo” vuole dire: adesso (state attenti!) le cose sono davvero cambiate, tutto quello che, monologando, gli storici comunisti hanno detto e scritto non vale più. Ci siamo noi hitleriani d’antan che possiamo dirvi come sono veramente andate le cose (non si sa di quale preciso periodo, ma l’anziano purtroppo è stato parco di informazioni in merito). Come Propp con la fiaba noi possiamo solo ricostruire (per indizi) il suo pensiero: «adesso ci sono quelli di estrema destra e possono dire che la storia come l’hanno raccontata i loro avversari era falsa».

La prima considerazione da fare è che la storia stessa non fa una bella figura. A seconda di chi è al potere viene scritta in un modo o nell’altro. La seconda considerazione è che non c’è stato alcun lettore per la storia scritta dai comunisti: tutti si sono “bevuti” la narrazione fatta da costoro e questo gli è bastato. Quindi non solo questi storici comunisti hanno monologato ma hanno monologato davanti a un muro.

La terza considerazione è che oggi c’è l’estrema destra al potere. Stefano Massini, che non è l’ultimo dei fessi, non mi pare che monologhi senza contradittorio: tant’è che esistono in Italia dei lettori dei suoi libri. Ma è davvero brutta questa immagine scaturita dalle parole dell’anziano hitleriano. L’immagine, lo ripeto, di uno storico che si alza la mattina e che per tutto il suo orario di lavoro si mette davanti a un muro e parla ininterrottamente dei meriti dei comunisti – cosa che al muro certamente non interessa.

Dunque questa è l’idea che ha l’estrema destra (in questo momento preciso della storia Italiana) della sinistra. Gente che si mette davanti a un muro e che continua a dire (al muro): «Quanto sono bello io!». Mentre l’estrema destra sarebbe l’Italia vera – l’Italia che si situa esattamente oltre quel muro: il carpentiere salonista torinese, il bracciante lucano, il pastore sardo, la casalinga di Voghera che, adesso, finalmente possono “dire la verità”.

E qual è questa verità? La verità del carpentiere-cittadino che limita il mondo alla propria “verità personale”, come se tutto (pure Hitler) potessero passare da un’unica coscienza.

Gianfranco Cordì

Gianfranco Cordì (Locri, 1970), ha scritto dodici libri. E' dottore di ricerca in filosofia politica e giornalista pubblicista. Dirige la collana di testi filosofici "Erremme" per la casa Editrice Disoblio Edizioni. Dirige le tavole rotonde di filosofia del Centro Internazionale Scrittori della Calabria.