19 Novembre 2024
Movie

Inviti o dissuasioni alla visione: alcuni film recenti

Adagio (S. Sollima, 2023): ultimo della c.d. ‘trilogia della Roma criminale’, ha il pregio di tenere desto lo sguardo dello spettatore, grazie alla buona architettura della trama con immagini che non eccedono fastidiosamente, cioè con compiacimento, in violenza, pur essendo un film antropologicamente violento. Ancora una interpretazione notevole di Favino. Ma niente di imperdibile. VOTO 6

La chimera (A. Rohrwacher, 2023): molto interessante, sia per originalità di ambientazione che per presenze sceniche e recitazioni: impressionante quella di Josh O’ Connor, di classe quella di I. Rossellini, ma bravi anche gli attori secondari. La vicenda è ambientata nel mondo dei tombaroli dell’Etruria meridionale negli anni 80. Ricostruzioni visivamente molto suggestive, che denunciano la conoscenza dei luoghi e dei contestida parte della regista, ma anche dinamiche umane ben raccontate, con un uso sapiente della mdp. Rare banalizzazioni. VOTO: 7, 5

Felicitá (M. Ramazzotti, 2023): opera prima della Ramazzotti, film spontaneo e sofferto, che tocca le cordi dolenti della generosità male investita e della salute mentale, in una società troppo ineguale. L’attrice, per quanto fatichi a uscire dal personaggio della donna provata dalla disavventure dell’esistenza, tema che costituisce l’ossatura anche di questo suo impegno dietro la mdp, dà ottima prova recitativa. Non si puô dire lo stesso di un Max Tortora troppo istrionico. Elementi di scontatezza, ma degno di apprezzamento e meritevole di una visione. VOTO: 6,5

Io capitano (M. Garrone, 2023): film pluripremiato e vincitore di sette premi ai David di Donatello. Non solo per la forza e la densità del racconto, ma per la efficacia della scenografie, la dolorosa spigliatezza degli attori (non ancora professionisti), ha meritato i riconoscimenti ottenuti. È la storia di due giovanissimi senegalesi che si lanciano nel viaggio della speranza verso l’Italia. Ancorché non originalissimo, è un film rigoroso e duro, toccante senza essere lagrimevole. VOTO: 7, 5

The Palace (R. Polanski, 2023): film sostanzialmente inguardabile, irritante, sgangherato. L’ambientazione è il Capodanno del 2000 e una festa per ricconi che si organizza in un grande hotel di Gstaad in Svizzera. Se voleva essere una denuncia delle stramberie volgari e le prepotenze dell’aristocrazia di potere e di denaro sul registro del grottesco, il maestro polacco ormai ultraottantenne non ci è riuscito. Piuttosto ha costruito un film quasi disperato tanto appare privo di qualunque elemento di riflessione. Scade nel trash. Spreco di grandi attori, o di attori famosi, da Fanny Ardant (ancora bella, almeno), a Mickey Rourke a Luca Barbareschi a una Sydne Rome cosí tristemente diversa da Che? (Polanski, 1972). VOTO: 4.

(Immagine da La chimera)

 

 

Giovanni A. Cecconi

Professore di storia romana e di altri insegnamenti di antichistica all'università di Firenze. Da sempre appassionato di cinema, è da molti anni attivo come blogger su alleo.it per recensioni, riflessioni, schede informative, e ricordi di attori e registi. È stato collaboratore di Agenzia Radicale online e di Blog Taormina. Ama il calcio, si occupa di politica e gioca a scacchi, praticati (un tempo lontano) a livello agonistico, col titolo di Maestro FIDE.