1 Aprile 2025
Words

Chi vincerà le elezioni in Germania?

Le elezioni in Germania di domenica, 23 febbraio, potranno rimettere sul tavolo la carta “immigrazione.” Vero che la “carta” è giocata politicamente da AfD quando invece è una finissima opzione (finora usata male, a bella posta e per ignoranza strategica, in Europa) che non riguarda i banali valori “terra e suolo” oppure “biodeutsch” (come si canta oggi in Germania) quando non direttamente quello strano ecologismo dei Gruene che tanto deve, per valori e persone fondanti, alle bizzarre idee del vegetariano col baffetto. Se volete leggere qualcosa sui Gruene, i Verdi, per demistificarli, vi consiglio questo Grüne Anfänge mit braunen Splittern – Ausgabe 459 C´erano molti ex nazi a fondare i Gruene, cosa che farebbe bene a ricordare oggi Habeck mentre si candida per fare il salto in avanti, da vice-cancelliere che già e´. Certo la “sua” Annalena Baerbock (che è agli esteri anche perché´ del partito largo americano) sembra già pronta per uno stage da film hollywoodiano, ma non si sa mai che i Gruene riescano a trovare l’alchimia di governo con la CdU anche se larghissima parte della ex-DDR voterà AfD con maggioranza bulgara, mai sufficiente per un governo con CdU, che non li vuole. Salvo smentite imperscrutabili, ma con Trump impegnato per l´Ucraina sembra difficile che all´estrema destra di Afd-Weidel venga lasciato il placet dagli alti loci. Che sono quelli della Casa bianca veterotestamentaria sull´alta collina, si capisce.

A proposito di Casa Bianca, quella americana: fino a otto anni fa, fino a quel 2017 in cui si insediava Trump, sempre più elettori votavano banalmente per “reazione” contro le élite percepite come responsabili della gestione socio-economica e delle migrazioni. Succedeva negli USA prima che in Europa. Ma le élite su entrambe le sponde dell’Atlantico non hanno cambiato rotta tanto presto in materia. Esse giustificano la loro resistenza al sentimento popolare adoperando etichette ingiuriose, o “morali” agli elettori (che le rifiutano). Questa negazione della legittimità sta facendo crollare direttamente la legittimità socio-politica della democrazia, e oggi di conseguenza ogni cambiamento nell´ordine delle cose civiltà euro-americane porterà ad avvenimenti politici rivoluzionari.

Se guardiamo più indietro nel tempo, risalendo di 30 anni fino ai ’90, notiamo anche che la speranza economica si stava esaurendo già allora, almeno in Italia: ci sono cause precise. Il rapporto tra persone in età lavorativa e pensionati si andava riducendo e il governo non aveva più modo di finanziare il deficit con prestiti, e ricorreva all´aumento delle tasse in una miriade di modi, assicurandosi di venire pagato fino all’ultimo euro. Le imprese sono rimaste bloccate, da allora. Molte chiusero e chiudono. Alla fine degli anni ’90, le assunzioni di giovani andavano rallentando. Gli individui, con le loro vite ulteriormente o banalmente complicate sul piano materiale e poi psicologico, consumavano le risorse familiari per finanziare il loro stile di vita. La classe media subiva una perdita netta del 50% della ricchezza accumulata. Si costituivano meno famiglie e nascevano meno bambini. Anche per chi era già affermato, la vita era confortevole, ma sempre più cupa. Sono precedenti importanti anche se la storia come dice Montale è una “rete a strascico
con qualche strappo
” e a volte ci perdiamo i passaggi. Ma come siamo arrivati al populismo e alle fobie anti-migranti, dovrebbe esser chiaro.

Ampliando il discorso alla Germania di oggi, la destra e la sinistra tradizionali funzionano come un partito unico, monocolore, noto per il suo innato disprezzo degli elettori. Di conseguenza, sia tutta Europa che negli Stati Uniti gli elettori cercano strumenti per sfuggire alla morsa del suddetto partito, mentre l’establishment si aggrappa in modi spasmodici un potere che gli scivola via dalle mani nonostante i trucchi e l’inerzia dei “vecchi arnesi” della politica.

Dobbiamo fare mente locale e riandare alle elezioni del 2017 in USA. Fin da allora in Francia le alternative populiste, sia a destra che a sinistra, e i “no” si univano contro Macron che tentava di arginare la disaffezione popolare, lo faceva allora, lo fa oggi. In Germania, gli elettori hanno nel frattempo ridotto entrambi i partiti dell’establishment ai minimi storici, mentre gli elettori hanno trovato rifugio entro frange libertarie e partiti anti-immigrati. Sul piano retorico l’establishment della UE ha finalmente riconosciuto che le frontiere dei Paesi devono essere prese sul serio e che il giochino del sistema di asilo politico va, in qualche modo, fermato. Anche in Germania, dove la conservatrice Unione Cristiano-Democratica (CDU) è stata complice nell’incoraggiare l’immigrazione di massa, la situazione sta finalmente cambiando. Ormai un mese fa il leader della CDU, Merz, ha presentato al Parlamento una proposta per limitare l’immigrazione. Si intitola “Legge sulla limitazione dell’afflusso” e cercava diinasprire i controlli sull’immigrazione dopo una serie di omicidi di alto profilo commessi da persone di origine immigrata. Ricordiamo tutti la “cellula dormiente” saudita, lo psichiatra che ha colpito a Natale dopo despitaggi e insabbiamenti, banali esercizi di scrittura sulle piattaforme online che hanno mandato in confusione il Servizio tedesco.

Purtroppo per Merz la “Legge sulla limitazione dell’afflusso” è stata respinta con soli 12 voti di scarto dopo un dibattito isterico. Ma pare che il nodo “migrazione” dominerà fino alla fine le elezioni parlamentari del 23 febbraio. Ora spetta all’elettorato dimostrare alla lobby favorevole all’immigrazione che i cittadini vogliono che i loro rappresentanti prendano sul serio i confini.

Resta da vedere se le élite politiche dell’Europa occidentale riusciranno a spezzare la loro dipendenza dalla migrazione di massa. Per oltre mezzo secolo questi individui, o subietti molto strani come diceva Guicciardini dei preti (di allora), hanno abbracciato la migrazione come soluzione a larga parte dei problemi sociali. L´elisir d´amore di Donizetti lo si prendeva invece in piccole dosi, qui lo iniettano in quantità´.

Addirittura lo scorso novembre la Fondazione Bertelsmann ha dichiarato che la Germania “ha urgente bisogno di 288.000 lavoratori stranieri qualificati all’anno per mantenere la propria economia”. Notoriamente il cittadino medio non viaggia nell´Uber guidato dall´uzbeko, ma a farlo è il Candido che ha il cachet disponibile e loda gli stranieri che “fanno lavori che da noi i giovani schizzinosi non svolgono.”

La rappresentazione dell’immigrazione di massa come la salvezza del malessere economico dell’Europa si è rivelata miope e in ultima analisi controproducente. La vera e propria importazione di migranti è stata un sostituto autolesionista degli investimenti e dell’innovazione tecnologica e ha distratto l’attenzione dall’affrontare la sfida della formazione e della riqualificazione della forza lavoro europea.

Allo stato attuale, affidarsi alla migrazione per risolvere il problema economico dell’Europa porta a perpetuare il regime di bassa produttività e di avversione al rischio del continente.

Ma oggi gli “ingegneri” sociali favorevoli all’immigrazione sono sulla difensiva. Ma non facciamo troppo affidamento sull’establishment europeo per proteggere i confini nazionali. Solo un’incessante pressione popolare e la crescita dei movimenti sovranisti possono garantire che l’Europa impari a proteggere la sua eredità culturale o quantomeno il suo stile di vita.

E disconoscere lo status speciale delle istituzioni e della cultura nazionali rappresenta un invito a una guerra permanente tra culture. Lo verdra´ presto la Germania, all’Ovest soprattutto.