4 Marzo 2025
Movie

Non l’abbiamo mai conosciuto giovane: la scomparsa di Gene Hackman

Le ultime immagini di Gene Hackman ritraevano un novantenne dal volto smagrito e quasi irriconoscibile, di passo ancora veloce, completamente incurvito. Mercoledi scorso, i corpi di Hackman e di sua moglie, la pianista 63enne Betsy Arakawa sono stati trovati senza vita nella villa di Santa Fe, accanto a uno dei loro cani. Non importa sapere come ciò sia accaduto. Francis Ford Coppola ha commentato cosí: “Gene Hackman era un grande interprete, stimolante e magnifico nel suo lavoro e nella sua complessità. Piango la sua perdita e celebro la sua esistenza e il suo contributo”.
Per noi Hackman è il protagonista innanzitutto nel 1974 de La conversazione di Coppola e, l’anno prima de Lo spaventapasseri, storia cupa e commovente di un’amicizia virile con Pacino, di Jerry Schatzberg (vivente, nato nel 1927), film meno noto nonostante una vittoria ex-aequo a Cannes. Con lo stesso Schatzberg Pacino aveva esordito come protagonista in Panico a Needle-Park (“il parco della siringa”, 1971), un film realistico e sofferto sui giri dell’eroina a Manhattan. Hackman, questo attore fisicamente robusto, bello a modo suo (cosí bello in Un’altra donna di Allen 1988: perché hanno lasciata inevaso e mai sbocciato il loro amore, con Gena Rowlands?), antidivo pur essendo tra i più pagati e di successo, era nato nel 1930. Si era arruolato giovanissimo tra i marines, e dopo un’esperienza in Estremo Oriente era tornato negli USA e poi un periodo alla Illinois University, qualche lavoro nell’industria televisiva e poi Broadway, e la scena, o l’auspicio di calcarla. Esordisce con una parte minore a trentaquattro anni, in Lilith, film con Warren Beatty. Nel 1967 ottiene una prima nomination per Bonnie e Clyde (Gangster Story in Italia) di A. Penn, all’Academy Award, di nuovo con Beatty.
L’immagine umana di H. è di un serio, malinconico, “ottima persona”, burbero forse e insieme gentile, e non molto diverso è quanto si percepisce dai ruoli, anche da quelli nei quali c’è più azione e brutalità: Il braccio violento della legge (The French Connection), del 1971 di Friedkin, ed ebbe l’Oscar; Una donna chiamata moglie (Zandy’s Bride) accanto alla musa bergmaniana Liv Ullmann, del 1974, di J. Troell; Bersaglio di notte (Night Moves) del 1975, di A. Penn; Mississipi Burning; del 1988 di A. Parker; Gli spietati (Unforgiven) del 1992 di Eastwood, ed ebbe la seconda statuetta. Ma Hackman, attore di grande versatilità, recitó anche, con tutt’altri personaggi, in Frankestein junior o ne I Tenenbaum. Si era ritirato dalle scene nel 2004. In una intervista rilasciata nel 1985 dichiarò: “Well, interestingly enough, I always knew that I wanted to be an actor from the time I was 10 years old”. Per fortuna di tutti noi ha messo in pratica quell’intento di bambino. Non è retorica: che la terra ti sia lieve, Gene Hackman. Speriamo che le giovani generazioni, cosí sprovviste di conoscenza vissuta in sala di cinema “classico” e lontano nel tempo, e non per colpa loro, imparino a conoscerti, grande, generoso e talentuoso artista.

Giovanni A. Cecconi

Professore di storia romana e di altri insegnamenti di antichistica all'università di Firenze. Da sempre appassionato di cinema, è da molti anni attivo come blogger su alleo.it per recensioni, riflessioni, schede informative, e ricordi di attori e registi. È stato collaboratore di Agenzia Radicale online e di Blog Taormina. Ama il calcio, si occupa di politica e gioca a scacchi, praticati (un tempo lontano) a livello agonistico, col titolo di Maestro FIDE.