19 Giugno 2025
Words

Perché Netanyahu deve andarsene

TEL AVIV – Tutti, anche tra i difensori di Israele, ora dicono che la guerra deve finire. Il problema è che ormai il danno è stato fatto. Questa guerra doveva finire esattamente nel novembre 2023 alla prima liberazione degli ostaggi. Bisognava riconoscere di aver perso la battaglia del 7 ottobre. Perso perché c’erano 251 ostaggi nelle mani di Hamas. La reazione “emotiva” di Netanyahu e del suo governo di incompetenti, ha aumentato semplicemente l’isolamento di Israele.

Golda Meir, donna con capacità politiche superiori, dopo la strage di Monaco scelse la via migliore: colpire senza clamore gli autori. Certo la situazione ora è diversa. Ma la strategia doveva essere simile: non si doveva cadere nel tranello. Si doveva trattare all’infinito per liberare tutti gli ostaggi e nel frattempo creare una divisione dell’esercito completamente dedicata all’eliminazione di Hamas. Una divisione segreta con fondi e mezzi illimitati con l’unico scopo di distruggere Hamas, non solo militarmente ma anche ideologicamente. Invece oggi Hamas non è distrutta e l’unica cosa che si chiede è il disarmo o l’esilio. Sembra una ulteriore sconfitta israeliana.

Golda Meir aveva una mentalità strategica, sapeva benissimo che un azione allo scoperto (bombardamenti e attacco da terra) non avrebbe prodotto molto se non l’isolamento di Israele. Netanyahu, la cui capacità strategica è pari a zero, invece si è mosso come un elefante in un negozio di porcellane. Si è mosso come chi va a pescare non con la canna da pesca, ma buttando bombe a mano nell’acqua: prima o poi il pesce giusto lo prendi…
Quindi, non si può scaricare tutta la colpa sui due terroristi al governo (Smotrich e Ben Gvir). Netanyahu si sarebbe comportato nello stesso modo, anche senza di loro. Lo ha già fatto. Contestò gli accordi di Oslo, incitò alla morte di Rabin e così, ora, si sta compiendo, senza Israel, quello che era l’intento strategico di quell’accordo: creare un diverso assetto nel Medio Oriente.

Netanyahu non è uno statista. È solo un capomafia incapace di dare un futuro a questa nazione. Continuare a bombardare indiscriminatamente tutto è lo stesso atteggiamento che ha contro chi lo critica: “Sono tutti anarchici, smollanim e traditori”. È la stessa forma mentis, la semplificazione estrema di un problema: o con me o contro di me.
E questo vale per ogni cosa . È il famoso pensiero unico, se possiamo definire così questo atteggiamento lontano da qualsiasi riflessione.
La sconfitta del 7 ottobre ora è amplificata e ci vorranno decenni prima di riparare questa ferita. Sta a Israele: accettare di aver perso una battaglia, ma vincere la guerra. Con Netanyahu non vinceremo certamente. Non è un uomo che solleva lo sguardo . Ha altri interessi . E il suo legame con i soldi è tipico di chi guarda solo a se stesso. La differenza è sostanziale con chi invece semina per far crescere alberi, alla cui ombra magari non riposerà. Serve avere un sogno collettivo. Netanyahu non è mai stato questo e adesso è finito il suo tempo.