16 Novembre 2025
Sun

Giovanni Floris, Asini che volano (Solferino, Milano 2025)

Giovanni Floris in questo suo libro indaga una singolare torsione. Il modello politico degli «antichi» sarebbe stato quello dei cinepanettoni; il modello politico dei «moderni», invece, sarebbe esemplificato da questa constatazione: «I modelli proposti al pubblico ludibrio durante le vacanze di Natale, diventano, per clamorosa eterogenesi dei fini, la matrice di un abbassamento proposto all’intera società». E nel mezzo? Nel mezzo c’è il solito «italiano medio», tanto vicino alla Casalinga di Voghera ma non ad Alberto Arbasino, tanto simile a un «asino» che probabilmente una volta volava ma che ora ha disimparato a volare e rispetto al quale «è difficile ormai parlare dell’italiano medio senza evocare un’immagine di insipienza, ignoranza, qualunquismo, perché nel tempo si è propagata la macchietta dell’italiano ignorante, inerme, o all’opposto greve e rissoso, ignorante e rabbioso, pronto ad affidarsi all’ultimo leader di passaggio per vendicarsi dei molti torti che ritiene di aver subito».

Giovanni Floris si rende conto che la cultura, oggi, non è più un valore, che il rimedio è stato peggiore del male, che i peggiori vizi sono diventati virtù e che «le persone di cui ci piaceva ridere hanno preso il potere e e si sono mangiate il cinepanetttone». Nel 2015, Alain Deneault ha pubblicato La mediocrazia. E ha scritto: «Mediocrità è un sostantivo che indica una posizione intermedia tra superiore e inferiore, ovvero suggerisce uno “stare nel mezzo”, una qualità modesta, non del tutto scarsa ma di certo non eccellente; indica insomma uno stato medio tendente al banale, all’incolore, e la mediocrazia è di conseguenza tale stato medio innalzato al rango di autorità. La mediocrazia fonda un sistema nel quale la media non è più un’elaborazione astratta che permette di concepire in modo sintetico una situazione o un insieme di cose, ma una norma imperiosa che non basta osservare, bensì bisogna assimilare».
Floris va in cerca di questa medietà, ma non nel suo versante negativo, al fine di farne costituire la leva del nuovo «volo degli asini». Come si realizzerà tutto questo processo? In nome del buonsenso che per Cartesio era «a questo mondo la cosa meglio distribuita: ognuno pensa di esserne così ben provvisto che anche i più incontentabili sotto ogni altro aspetto, di solito, non ne desiderano di più». Nelle parole di Giovanni Floris: «Usare le qualità della medietà, accettarne e attenuarne i difetti, capire chi sono e da dove vengono, evolvere verso chi cogliono essere».
La torsione, della quale si diceva, si attua tra negativo e positivo attraverso un panettone; ovvero tra vizi e virtù attraverso il cinema, ovvero ancora tra Natale sul Nilo a B(i)ella senz’anima attraverso il populismo. La mutazione genetica che ha investito gli italiani, infatti, li ha visti passare da simpatici mascalzoni a modelli da imitare «Perché personaggi che venivano esposti al pubblico ludibrio col tempo sono diventati per gli italiani dei modelli da imitare. Hanno campo libero. Hanno il potere». E ciò è avvenuto per una serie di motivi. «Eravamo bambini, e oggi che siamo grandi scopriamo che tutti quei personaggi potrebbero fare per lo meno i sottosegretari».

Sono cambiati gli italiani o è cambiata l’Italia? «Gli anni Novanta e Duemila ci regalano infatti, non solo nei film, una nuova politica: non più destra contro sinistra, ma popolo contro casta». Siamo all’atto finale. I cinepanettoni che dovevano interpretare la realtà (con un pizzico di fantasia) hanno destituito di senso la realtà e portato al governo la fantasia. B(i)ella senz’anima ne è un esempio. Adesso le pistole (come nel film Brivido di Stephen King, nel quale gli oggetti inanimati si animavano) sparano da sole. «Immaginate una festa di Capodanno nella provincia di Biella, siamo vicini a mezzanotte. C’è tanta gente che brinda, ma soprattutto ci sono i vip: un sottosegretario, un deputato, e un bel po’ di poliziotti di scorta. L’onorevole, tipo macho, un po’ fascista, tira fuori dalla tasca una pistolina piccola piccola, e la mostra a un gruppetto di fan, fra i quali il poliziotto che fa da guardia del corpo al sottosegretario. Parte un colpo, e la pallottola colpisce la gamba del genero della guardia del corpo, che crolla a terra urlando». Che ne è del sottosegretario? «Era andato a buttare la spazzatura». Tra panettoni e spazzatura si consuma, quindi (nel mezzo di pistole che sparano da sole, «un politico che ha il busto di Mussolini in casa», Frankenstein che prende «anima» da un insieme di pezzi organici, il Mostro di Loch Ness che appare in un lago scozzese, il sonno della ragione che genera i mostri, Gramsci che afferma che il vecchio non è ancora morto e il nuovo tarda ad arrivare, «l’immaginazione al potere» dei ragazzi e delle ragazze del ‘68 e Faust di Goethe che vende l’«anima» al Diavolo per avere un po’ di conoscenza), il cambio di paradigma che Floris analizza. «A prenderti in giro sono persone che hanno potere sulla tua vita». Una strana «torsione». Per Hegel, dal negativo al positivo si transita, dialetticamente, attraverso la realtà. Evidentemente, non ci siamo fatti mancare niente.

Gianfranco Cordì

Gianfranco Cordì (Locri, 1970), ha scritto dodici libri. E' dottore di ricerca in filosofia politica e giornalista pubblicista. Dirige la collana di testi filosofici "Erremme" per la casa Editrice Disoblio Edizioni. Dirige le tavole rotonde di filosofia del Centro Internazionale Scrittori della Calabria.