15 Novembre 2024
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David Quammen, Alla ricerca del predatore alfa, Adelphi, Milano 2005, euro 13,30

India. Foresta di Gir. Stato indiano del Gujarat. Tra il Pakistan e la zona Nord dell’India. A nord dell’Iran. Slittamenti semantici: da predatore a preda a «pasto nudo» a morso a mandibola a sangue a predato a mascella a banchetto a virus a predatore alfa a luogo della predazione a luogo del luogo della predazione ad habitat a contesto alla natura al discorso culinario di Carlo Cracco alla foresta agli alberi alla velocità della preda e del pedatore allo scarto (Derrida diceva: lo scarto di un rinvio, un po’ come Totti che prende la palla da fuori campo e la tira) a Fedez (il predatore tatuato) alla lingua (come amerebbe dire Massimo Recalcati) alla saliva ai denti alla morsa del morso. David Quammen nel suo libro Alla ricerca del Predatore Alfa adopera, opera e disarticola un discorso carsico, che va su e giù, tra leoni, tigri, pantere, e altri predatori non meno intelligenti per arrivare alla domanda delle domande: chi è la madre di tutte le predazioni? Chi è il Predatore Alfa? Chi è che preda, dal principio, sapendo che dopo di Lui nulla verrà predato e che prima di Lui niente poteva essere predato? Chi opera il primo morso? Chi addenta il Pasto nudo?

Mi piace ricordare una serie di film sul tema in questione. A parte il notevole e visionario romanzo di William Burroughs dal titolo omonimo (originariamente pubblicato in Italia da Sugarco e poi uscito per Adelphi nel 2006) c’è stato il film del maestro David Cronemberg nel 1991 con Roy Scheider. E vale la pena ricordare pure Marco Ferreri, La grande abbuffata del 1973; Peter Greenaway, Il cuoco, il ladro, sua moglie e l’amante del 1989 con il bravo Tim Roth; Lasse Hallstrom Chocolat del 2000 con la sensualissima Juliette Binoche.
Nel libro di Quammen si tratta di animali. Stiamo parlando di animali che si appostano, dilaniano, uccidono e mangiano carne (anche umana). Predatore infatti è un organismo che utilizza come cibo (attraverso il «pasto nudo») un altro organismo di diversa specie. Abbiamo qui un’equazione a tre variabili: un organismo, il suo cibo, una specie diversa del primo organismo. Animali carnivori che non temono nessuna specie – neppure l’uomo. Il cibo del Predatore Alfa (il principale vettore del virus e della predazione e della colazione) è contaminato. C’è tutta una pornografia del Predatore: grandi carnivori fanno «preda» di un primate. Tra i primati c’è pure l’uomo. È la pornografia del corpo, ma soprattutto della carne. Già, la carne. “Carne umana per colazione” cantava De Gregori qualche disco fa. La carne esposta nella bottega di un macellaio, come nel film con Alba Parietti: carne umana per colazione – del resto il libro non era male, anche se scarsamente erotico. E come non ricordare La carne sempre di Marco Ferreri, con Sergio Castellitto e Francesca Dellera.

Anaconda, cobra, mamba. Uno degli slittamenti semantici ci conduce in Romania. E in Romania ci sono gli orsi bruni. Quammen espone tutta una teoria sul comunismo e i suoi esegeti e dittatori, che non ci interessa: il succo è che questi orsi bruni diventano sia Icone, sia Almanacchi sia qualcosa che si deve controllare. Il controllo? La prevenzione? Le misure di immunizzazione? La sanificazione? La Biopolitica? Il Biopotere? Ah già, pure Foucault è morto per un virus…
Un elemento è la violenza. Un altro elemento è la velocità. Un altro elemento è quello che viene prima del morso. Ma prima del morso (e dell’abbraccio carnale – come due mantidi religiose che muoiono proprio mentre fanno l’amore) ci sono iene, sciacalli, lupi, cani selvatici, rettili e altri pesci strani. Tiziano Ferro lo ha cantato: il confronto (ed è sempre un confronto quello tra Predatore e Preda) diventa il conforto: il confronto di una preda predata dal Predatore Alfa e di un Predatore Alfa che trova il suo conforto nel morso a sangue della preda. Ma andiamo con ordine.
Ibiza, L’estuario, Livorno, le Baleari (Formentera, Minorca, Maiorca): nei dintorni di Nova Delhi c’erano leoni. E non importa quando e non importa in quale luogo. Il virus è sempre in agguato sia esso Mucca Pazza, sia esso Covid-19 sia esso, ahimè, AIDS. Cervi, antilopi, cinghiali – ridurre a brandelli, disgregare, de-decostruire – pipistrelli: si dilania, si sbrana, si fa a pezzi, l’atto dell’ingerire e l’atto dello sbranare. L’atto del deglutire e l’atto del respirare durante il pasto.

Nella steppa fra Cina e Mongolia sopravvivono 900 cammelli selvatici che sono in grado di trasportare carichi fino a 450 kg, ma cosa c’entra Fedez? E cosa c’entra Tiziano Ferro? Bisogna andare piano – pasto dopo pasto, gola dopo gola, sterno dopo sterno, labbro dopo labbro. In fondo un pasto è un corpo a corpo. In fondo un pasto è sempre un Tu-Per-Tu fra il Predatore Alfa e la Preda. Ma perché la Preda si fa predare? E perché il Predatore Alfa sceglie proprio quella preda?
I cammelli quando fanno l’amore si mordono a vicenda. Ma dove fanno l’amore che cosa c’è? Cosa rimane di quelle tracce? E di quegli enzimi? E di quegli anticorpi? The Lion King lo ha fatto la Disney: è noto come Il Re Leone uscito nel 1994. Celebrazione della propria maestà e cerimonia del banchetto tribale, morso dopo morso, preda dopo preda non per riempire la pancia ma per il gusto di predare.
“Sangue su sangue leggero precipita piano”, cantava ancora De Gregori. Riti magico-sessuali (Kundalini): cerimonie, macchine degli abbracci, erotismo, magia, cene, banchetti, orge di sesso e sangue, sbranamenti, squartamenti. Ah già, Leone è il figlio di Fedez! Mentre Tiziano Ferro canta con voce da basso qualcosa come i nostri tempi (dis)articolati e squallidamente popolati da morsi (della fame d’amore?) e denti dei denti degli artigli del freddo. Intanto, virus è una sostanza (e siamo dalle parti di Aristotele e Cacciari) nociva che determina una malattia. Quale malattia? Una malattia – come le storie  di Chiara Ferragni – “virale”. Vaccino (o siero – ma c’è una profonda differenza) è di nuovo una “sostanza” somministrata allo scopo di immunizzare. Il siero non è il vaccino perché è ottenuto dal sangue di animali nei quali, in precedenza, sono stati inoculati batteri o tossine. Possiamo, a questo punto, fare due conti. C’è un Predatore Alfa (il Padre di tutti i Predatori), c’è una Preda, c’è un “pasto nudo” (dice Burroughs che è quel particolare tipo di pasto nel quale ci si libera dalle emozioni della cena e si vede solo la forchetta che si ha di fronte), c’è un morso e c’è uno scuoiamento. Il bravo Marcello Fonte in Dogmen di Matteo Garrone ne sa qualcosa.

Il vaccino è un’altra cosa. Il vaccino è immunizzazione: ovvero la resistenza a una malattia (virale) perché nuovamente dotati di anticorpi. Ma ci sono pure le «circostanze». La nostra vita, e quella degli animali, è sempre segnata dalle circostanze. Io cammino per strada e mi cade addosso un cornicione, io apro una birra e ci trovo dentro acido crolidrico, eccetera. Del resto Philip Roth parlava dell’animale morente L’animale che sta per morire è la preda; l’animale che sta per dare la morte è il Predatore Alfa. Ma cosa c’entra il virus? Lo abbiamo detto: ci sono le circostanze. E le circostanze devono essere immunizzate e sanificate. E’ chiaro che se un leone della foresta di Gir addenta una preda (che è sbucata dalla foresta con qualche secondo di ritardo) allora lo fa in un determinato luogo (ma com’era questo luogo? Che luogo era? E qual è il luogo adatto e idoneo al pasto?) e lo fa in un certo modo e con certe caratteristiche dello slancio e della corsa. Insomma ci sono le circostanze: le circostanze per le quali un pasto diventa un “pasto nudo” ed esso diventa possibile fonte di viralità. Quammen ci avverte: tra i grandi mammiferi il leopardo è secondo solo all’elefante nel causare perdite umane. C’è tutta una graduatoria della pericolosità dei predatori fino ad arrivare al Predatore Alfa, che – ora possiamo dirlo – è il Cobra. Il sapore della carne umana è quello del vitello.
Liposuzione: intervento di chirurgia estetica che attraverso una cannula apre la carne umana. Lo sterminio. L’assedio – avrebbe detto lo sfortunato ma bravissimo Rocco Carbone. La pantera, il giaguaro, il caimano e Raul Bova? Raul Bova ha interpretato un film nel quale Alien si scontrava con Predator

La pantera mangia gli uomini. Antropofagia è mangiare gli esseri umani. La preda può essere: una vacca, un mandriano, la figlia del mandriano, un vitello.
Dal Cobra (Predatore Alfa, matrice di tutti i virus, qualcosa che «non è un serpente», come canta Donatella Rettore) al virus passando per la circostanza e per la pauradi essere sbranati, paura di essere contagiati, paura della paura di morire sbranati e contagiati dalla paura di morire. Poche piccole cose, tutte senza interesse.
Quammen a questo punto ci espone un teorema: l’abbondanza di prede di piccole dimensioni genera il limite inferiore dell’attacco. In sostanza: se ci sono molte prede allora il “limite” del contagio tende verso il basso. Ma quando ci sono molte prede? Quindi quanti predatori ci devono essere? Molti predatori si amplificano perché ci sono, in effetti, molte prede. Il che è come dire: se mettessimo tutto in una riserva con uno steccato avremmo meno morsi, meno fame e meno predazioni. Meno prede meno contagio. Ma le cose non stanno così. Può sempre esserci l’asintomatico. A Gir si gira in perizoma (che spesso gli sciocchi confondono col tanga), che è un indumento intimo usato per coprire i genitali.
La maggiore demografia delle prede aumenta la sopravvivenza dei predatori e la loro riproduzione. Molte prede aumentano il numero dei predatori e li rendono più forti. La lacerazione. Ma anche il taglio. Il taglio alle due sponde del biliardo.
La sostanza del libro è che quando i topi sono numerosi le volpi possono nutrirsi di essi. Quando i topi sono pochi, le volpi passano ad altro. Quindi la sostanza del contagio è che tutto sta nel numero. È il pitagorico numero che fa si che la circostanza (o la staccionata) diventi immediatamente positiva, sieropositiva o negativa. Insomma se devi mangiare un pipistrello nel mercato di Pechino questo va bene. Ma se centomilioni di cinesi mangiano pipistrelli al di fuori della staccionata sono dolori. E se il numero delle prede diminuisce allora diminuisce il contagio. Il morso e il sangue da soli non bastano a fare un pasto e nemmeno un “pasto nudo”, occorre che il numero sia rilevante – in positivo o in negativo. Ora c’è la catena alimentare: per esempio: dalle alghe (diatonee) ai copepodi, ai gamberetti, agli sgombri, agli squali. Pesce grande mangia pesce piccolo. Il cerchio è chiuso. Ecco cosa c’entra Fedez! Da quando ha scritto Amore Eternit si è “mangiato”, talent dopo talent, tutta la musica leggera italiana. Il “pasto nudo” (scevro da ogni emozione) è l’atto stesso del morso e dell’incontro con la preda. Ma se questo fatto si ripete allora c’è la possibilità di un virus.

Gianfranco Cordì

Gianfranco Cordì (Locri, 1970), ha scritto dodici libri. E' dottore di ricerca in filosofia politica e giornalista pubblicista. Dirige la collana di testi filosofici "Erremme" per la casa Editrice Disoblio Edizioni. Dirige le tavole rotonde di filosofia del Centro Internazionale Scrittori della Calabria.