Catassi-De Girolamo-Reichel, Il Signor Netanyahu, Edizioni ETS 2021, 10,00 euro
Israele è al punto di non ritorno. il 23 marzo prossimo si terranno le quarte elezioni politiche in soli due anni.
“L’immagine che arriva dalla Knesset il 16 marzo [2020] è il simbolo del momento surreale che sta vivendo Israele. Il parlamento è praticamente deserto a causa delle misure anticontagio da Covid-19. Per quaranta volte, tre parlamentari a turno entrano nel luogo simbolo della democrazia israeliana per prestare giuramento. La nuova Knesset si insedia in questo modo, tra distanziamenti, mascherine e disinfettanti. Non è ancora chiaro chi governerà il Paese fuori da questa crisi. […] Sul tavolo rimane l’opzione di tornare al voto con una norma anti-Bibi in tasca: ovvero una legge che impedisca ad un parlamentare sotto processo di ricoprire la carica di Primo Ministro”.
Surreale è la parola usata, ma forse è ancora poco per definire il momento politico israeliano, quando dopo le terze elezioni si capisce che la pandemia che sta mettendo in ginocchio il Mondo, i problemi legali di Netanyahu e il caos politico del piccolo stato ebraico non riescono a dare stabilità al Paese.
La citazione iniziale è una parte del capitolo Nel nido del falco, vero punto di svolta del libro scritto a sei mani dai giornalisti Enrico Catassi, Alfredo De Girolamo e Daniel Reichel. Sono tre conoscitori del Medio Oriente e soprattutto di Israele e Palestina, ma mai avrebbero pensato di ritrovarsi a commentare quattro elezioni in due anni: una vera e propria follia democratica che corrisponde ad un Paese fortemente diviso che invece avrebbe bisogno di un momento di grande unione. Israele vive alcuni temporanei benefit (possiamo chiamarli così) “donati” dall’ex presidente americano Donald Trump o, meglio, dal suo genero. Su tutti: riconoscimento da parte degli USA della capitale Gerusalemme; favoreggiamento nell’accordo politico tra Israele e Arabia Saudita di MBS. Tuttavia questi benefici ottenuti rapidamente e forzosamente potranno mantenersi validi solo se salirà ancora il ruolo di player dell’area mediorientale di Bin Salman e della sua Arabia Saudita. È una scommessa. E le scommesse a volte vanno bene, a volte vanno male…
La vera crisi israeliana, come ci fa capire il libro, è istituzionale ma anche politica e sociale. Per la prima questione scopriamo che il tema riguarda forse un sistema elettorale che non aiuta più la governabilità. Per la seconda questione, vero tema dei temi, la frammentazione partitica e il leaderismo sono i due cardini della profonda crisi. Per la terza questione vediamo ormai un movimento di piazza e gruppi di opposizione che trovano la loro coesione in larga parte contro l’immarcescibile potere di Benjamin Netanyahu.
Questo libro è da leggere proprio in questi giorni, prima della fine di marzo, quando si terranno le quarte elezioni in due anni. È un libro-inchiesta che serve a ricordare gli ultimi due anni di politica israeliana e a fare il punto sulla situazione di quello che gli oppositori chiamano “re Bibi”.
Sergio Della Pergola, nella prefazione al libro scrive: “…nel fare la cronaca della costruzione politica abilmente creata da Netanyahu, gli autori svelano anche le crepe che potrebbero prefigurare un suo crollo finale”.