14 Maggio 2025
Words

Retroscena tra India e Pakistan

Dietro la decisione di lanciare un attacco al Pakistan in risposta all’attentato in India di fine Aprile, vi è il nazionalismo indiano. Il monolite di Modi affonda col suo basamento nella fondazione di un altro partito, noto com RSS, Organizzazione Nazionale dei Volontari, fondato nel 1925 dall´attivista e ideologo Keshav Hedgewar. Vi sono alcune analogie tra questa identità politica e i coevi movimento fascista e la Fratellanza Musulmana. Ciononostante, l’identità pragmatica dell´RSS mirava a riportare l´India a uno status quo ante rispetto ai disastri naturali frequenti nel subcontinente indiano, aiutando la società civile tramite una serie di progetti educativi – oltre 150.000 all’epoca in cui Modi divenne Primo Ministro – e strutturalmente l´RSS ricorda fortemente il gruppo paramilitare iraniano dei combattenti Basji.
La differenza è che rispetto al suo antecedente storico RSS, il blocco partititico di Modi, il BJP, ribalta l’idea di India o di Hindutva e opera al di fuori delle categorie religiose. Prima di arrivare al potere, il BJP ha guidato coalizioni nel 1996-98 e ha governato per un mandato completo nel 1999-2004. Ma la promessa fatta da Modi nel 2014 non ha realisticamente raggiunto i suoi obiettivi in ​​termini di miracolo economico, poiché Modi ha potuto concentrarsi principalmente sulla politica interna, mentre la “collana di perle” cinese ha quasi escluso l’India dal flusso vitale di ricchezza che gira dal Mar Cinese meridionale fino all´Oceano Indiano.

In cosa consiste però il nazionalismo indiano? Per esempio nel fatto che nel 1992 ci furono persecuzioni religiose su larga scala da parte di indù contro i musulmani, che alla fine portarono alla distruzione di una moschea del XVI secolo ad Ayodhya, nell’India orientale; oltre naturalmente agli attentati di Mumbai del 1993 che dei fatti del 1992 furono una diretta conseguenza.
A quanto pare, il regime dei visti e l’integrazione economica tra Pakistan e India non ha funzionato così bene negli ultimi 10 anni, anche a prescindere dall´attacco al Pakistan di questi giorni.
Ciò che è veramente importante, invece, sono le profonde divisioni religiose in blocchi all´interno dell´India e il modo in cui il Paese intende plasmare a sua immagine un mondo non così ristretto, l’Indo-Pacifico, sostituendovi la Cina. Questa è la vera differenza all’interno del cosiddetto asse delle rivolte, dove molti analisti tendono a confondere e mescolare Russia e Iran, India e Cina. Mentre l’Iran mira alla destabilizzazione per acquisire potere regionale in Medio Oriente, per usare un eufemismo poco convincente, India e Iran sono attivamente coinvolti tramite una loro proposta originale, che si tratti del capitalismo dittatoriale cinese o del nazionalismo religioso indiano.

Per quanto riguarda la sicurezza nazionale, l’agenzia di intelligence estera indiana, Research and Analysis Wing (RAW), è stata a lungo accusata di ingerenza negli affari esteri dei vicini geografici, hostes schmittiani.
Istituita nel 1968 principalmente per contrastare l’influenza cinese, nel tempo essa ha spostato la sua attenzione sul Pakistan. Il RAW indiano e l´agenzia pakistana Inter-Services Intelligence (ISI) sono impegnate in operazioni l´un contro l´altra armata, e disarmata, da oltre trent’anni. L’attuale disputa sul Kashmir continua ad alimentare gli scontri, e così è stato.
Islamabad vede le crescenti iniziative diplomatiche in Afghanistan come una copertura per gli agenti di RAW che lavorano per destabilizzare il Pakistan, mentre l’ISI accusa il RAW di addestrare e armare i separatisti nella provincia pakistana del Belucistan, lungo il confine afghano.
Di fatto Il RAW afferma di aver contribuito a diverse operazioni di politica estera come la creazione del Bangladesh nel 1971, l’aumento dell’influenza indiana in Afghanistan, l’annessione dello stato nord-orientale del Sikkim all’India nel 1975, la messa in sicurezza del programma nucleare indiano e il successo dei movimenti di liberazione africani durante la Guerra Fredda.
Fin dall’inizio, il RAW aveva un rapporto segreto di collegamento con il Mossad. Lo scopo principale era sfruttare la conoscenza israeliana dell´Asia occidentale e del Nord Africa e apprendere dalle sue tecniche antiterrorismo. All´atto della sua fondazione nel 1968, il RAW manteneva uno stretto rapporto di collegamento con il KHAD, l’agenzia afghana, ulteriormente rafforzato all’inizio degli anni ’80, quando furono gettate le basi per la cooperazione trilaterale tra anche col KGB.

All´epoca, i sikh del Punjab rivendicavano l’indipendenza dello stato del Khalistan e l’ISI pakistano istituiva campi clandestini per addestrare e armare le reclute del Khalistan nella provincia pakistana del Punjab e lungo la frontiera nord-occidentale. Questo mentre l’ISI riceveva ingenti somme dall’Arabia Saudita e dalla CIA per armare i mujaheddin afghani contro le truppe sovietiche in Afghanistan. Come ritorsione, a metà degli anni ’80 il RAW creò due agenzie, il Counter Intelligence Team-X contro il Pakistan (CIT-X) e quello contro i gruppi del Khalistan (CIT-J). Questi due gruppi erano responsabili di operazioni terroristiche all’interno del Pakistan.

La CIA contribuì alla creazione del RAW. Tuttavia, la condivisione di intelligence tra India e Stati Uniti era iniziata da prima. Dopo la guerra con la Cina nel 1962, gli istruttori della CIA addestrarono l’Establishment 22, un’organizzazione nata tra i rifugiati tibetani in India, per condurre operazioni terroristiche a penetrazione profonda su suolo cinese. E così ci ricolleghiamo alle origini dell´attacco recente del Pakistan: cui prodest se non alla Cina?